IL CASO
PORDENONE Una giornata di novembre Pordenone sprofonda nella malinconia,

Domenica 15 Settembre 2019
IL CASO PORDENONE Una giornata di novembre Pordenone sprofonda nella malinconia,
IL CASO
PORDENONE Una giornata di novembre Pordenone sprofonda nella malinconia, nell'angoscia del non avere una direzione, nello sconforto dell'immobilismo. La sera precedente nel suo ufficio nel palazzo municipale, il sindaco Dino Lorenze si toglie la vita. Un gesto che per Vidal Tonelli, vicequestore di Pordenone, riconduce immediatamente a un atto politico oltre che umano. L'indagine porterà il poliziotto a scendere nei meandri del gioco politico, della macchina del consenso e soprattutto del potere che in città viene detenuto dal fontego.
CITTÀ PROTAGONISTA
La nuova indagine di Tonelli riempie le oltre quattrocentocinquanta pagine di Oltre il limite, il nuovo romanzo noir poliziesco di Gianni Zanolin, in uscita il 17 settembre per l'editore Rizzoli, che sarà presentato domenica 22 in occasione di Pordenonelegge, quando l'autore sarà intervistato dalla giornalista Martina Milia, anche lei presente nel romanzo in un cameo.
La vera protagonista, come spesso nei libri di Zanolin, è Pordenone. I vicoli e i palazzi della città, i riferimenti a persone riconoscibili nei nomi e nella loro quotidianità. E sono soprattutto i personaggi politici in questo romanzo a essere immediatamente identificabili non tanto nella personalità quanto nello sfondo storiografico.
LA POLITICA
Impossibile non pensare all'ex sindaco Claudio Pedrotti, quando si legge del contesto politico in cui Dino Lorenzi è stato eletto: un manager d'azienda stranamente prestatosi alla politica, un uomo che inizialmente doveva essere di proseguimento rispetto al precedente sindaco (nel libro l'ora onorevole Grizzo), uomo di forte tempra molto volitivo, che aveva governato per i dieci anni precedenti. Salvo poi il sopraggiungere di una frattura politica insanabile tra i due, la perdita dell'appoggio profondo da parte del principale partito di maggioranza.
Insomma lo scenario, per lo meno la suggestione, è quella che rimanda all'avvicendamento Bolzonello-Pedrotti. Un'ispirazione storiografica nelle relazioni tra uomini, partiti, coalizioni, consulenti politici, persino nei rapporti di potere - come la vicenda appena accennata (e reale) tra l'azienda per il trasporto pubblico e quella per la raccolta dei rifiuti.
L'ANALISI
Tutto ciò fa da scenografia a una storia inventata, «una vicenda politica che ha alcuni rimandi nella realtà, ma le persone sono tutt'altro. Se si confrontano le personalità dei protagonisti del romanzo e le persone reali, sono molto diverse. Come sempre quando scrivo tutti i protagonisti sono in realtà proiezioni di cose mie, manifestazioni delle mie pulsioni e della mia personalità» racconta Gianni Zanolin, anche lui con un lungo passato politico alle spalle. La conoscenza della macchina politica e amministrativa emerge in tutta la sua cristallina limpidezza in questo romanzo, arricchita da una attenta ricchezza di riferimenti letterari, come il Giulio Cesare di Shakespeare.
«Nel romanzo ho voluto indagare e comprendere un territorio, mi interessa porre delle questioni. E in questo caso il cuore del romanzo è guardare da vicino come si possa fuggire al proprio destino, vedere come alcune persone abbiano di fronte a sé un destino scritto, eppure alcuni riescano a rifiutarsi di seguirlo pur andando incontro a sacrifici enormi, mentre altri - quasi come degli automi nelle mani del destino - se ne fanno addirittura strumento», prosegue Zanolin.
È questo il caso di Regina Revelant, una donna che addirittura nel proprio cognome ha il destino segnato, nelle relazioni sociali di paese e di famiglia. «È il personaggio che amo di più, un pezzo di me» confida l'autore. Regina rappresenta una sorta di libero arbitrio, è il tassello da cui si potrebbe aprire il varco nelle indagini di Tonelli.
DROGA E POTERE
Ma è la politica e il sistema di potere l'altro grande protagonista del libro, il potere infarcito letteralmente di cocaina «c'è una connessione profonda tra l'esaltazione che deriva dall'abuso di questa sostanza e il gioco della politica, proprio per l'eccitazione ed esaltazione permanente», prosegue Zanolin. Esaltazione necessaria a spingersi oltre il limite.
Tonelli, così come il Procuratore Giosuè Corradini, che rappresentano invece il rispetto del limite, «il loro continuo porsi davanti il proprio confine nell'attenersi alla garanzia del codice di procedura penale, nel senso etico del proprio agire, sono personaggi che tengono profondamente al limite, vivendolo come una forza, una ricchezza, come elemento di garanzia per gli altri» conclude l'autore.
SOCIETÀ DA RIPENSARE
Come già nei precedenti romanzi di Zanolin, la lettura di questo libro per un pordenonese assume un ulteriore valore, è un'immersione nella propria città, fino al punto di riconoscersi tra i volti e i passanti, nella parlata dialettale cui spesso l'autore qui fa ricorso
Ma è anche l'occasione per ripensare alla propria società e nella sua rappresentazione.
Valentina Silvestrini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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