IL BILANCIO QUOTIDIANO
UDINE Sale ancora la curva epidemica. In attesa del picco,

Giovedì 2 Aprile 2020
IL BILANCIO QUOTIDIANO UDINE Sale ancora la curva epidemica. In attesa del picco,
IL BILANCIO QUOTIDIANO
UDINE Sale ancora la curva epidemica. In attesa del picco, previsto entro la metà del mese, i casi positivi al Covid crescono: ieri 1.685, con 92 nuove positività. Anche i decessi non si arrestano, 9 in più, che portano a 122 il numero complessivo di morti da coronavirus. Il dato più alto di casi positivi è quello registrato nell'area di Udine con 576 persone contagiate; seguono Trieste (575), Pordenone (419) e Gorizia (106). A questi si aggiungono 9 non residenti in Fvg. Ancora colpite le case di riposo, mentre a Tarvisio c'è stata la prima vittima, la madre del coordinatore della squadra locale della protezione civile. La donna, 84enne, era ricoverata all'ospedale di Palmanova, ma in seguito all'aggravamento del suo quadro clinico è deceduta martedì. E lavorano a pieno ritmo le terapie intensive degli ospedali della regione dove sono ricoverati complessivamente 60 pazienti, mentre sono 206 i pazienti ospedalizzati in altri reparti. 940, invece, i contagiati in isolamento domiciliare.
RESTRIZIONI CONFERMATE
Due, forse, le considerazioni che hanno portato la Regione a non allentare le restrizioni: da una parte i casi aumentano e dall'altra le misure prese in Fvg funzionano, essendo la regione del Nord con i numeri più contenuti. Allora, ancora tutti a casa e senza eccezioni. «In questo momento rimane di estrema importanza che tutti i cittadini continuino a osservare scrupolosamente le disposizioni nazionali e regionali. Non è consentito pertanto fare jogging e passeggiate, anche in presenza di figli minori» affermano il governatore, Massimiliano Fedriga e il vicegovernatore con delega alla salute, Riccardo Riccardi. «La Regione non intende allentare queste disposizioni, anche perché l'intenzione del Governo è di prorogare almeno fino al prossimo 13 aprile l'efficacia dell'ultimo Dpcm. Nessuna passeggiata con i bimbi e la decisione si basa anche sul parere della rappresentanza dei pediatri: «Questi professionisti si sono detti consapevoli del possibile peggioramento del trend di diffusione del virus, attualmente in apparente miglioramento, in caso di ripresa di abitudini inappropriate, condividendo pertanto la scelta di mantenere le attuali misure in materia di mobilità individuale» affermano. Una piccola eccezione, però, c'è e sono gli stessi pediatri a sottolinearla, ovvero consentire ai bambini disabili, muniti di certificato medico, l'attività motoria all'aperto «indispensabile per il mantenimento dei loro fragili equilibri, nel rispetto delle norme che regolano il necessario distanziamento sociale».
RICETTE VIA WEB
Il tutti a casa sarà favorito anche dall'entrata in vigore della ricetta dematerializzata per i farmaci in Dpc, ovvero quelli acquistati dall'azienda sanitaria e poi distribuiti ai cittadini dalle farmacie. I pazienti potranno ricevere la prescrizione via email o attraverso il telefono, senza andare nello studio del medico, riducendo così gli spostamenti e i contatti a rischio.
MASCHERINE
Si amplia la distribuzione di dispositivi di protezione ai Comuni. Alle mascherine della Protezione civile regionale si affiancherà anche una fornitura del Dipartimento nazionale con mascherine a uso professionale, mascherine chirurgiche, altre filtranti antibatteriche monouso e guanti in lattice. Tanti i Comuni che si attivano anche autonomamente, come Rive D'Arcano dove l'amministrazione ha attivato una raccolta fondi tra le associazioni del territorio per poter acquistare una mascherina per ciascuna famiglia e già ieri i dispositivi sono stati distribuiti. Non è andata bene, invece, all'ordine dei medici di Udine, a cui è stata bloccata una fornitura di 6mila mascherine, a causa della non conformità dei dispositivi. «Non è ancora ben chiaro il motivo della non idoneità - tiene a sottolineare il presidente dell'ordine Maurizio Rocco - nessuno di noi le ha viste. Restiamo in attesa di conoscere i dettagli e soprattutto di sapere quando potranno arrivare, dopo quasi due mesi di richieste».
Lisa Zancaner
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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