IL BILANCIO DI IERI
UDINE Non è un dato in calo, ma è un dato stabile

Lunedì 6 Aprile 2020
IL BILANCIO DI IERI
UDINE Non è un dato in calo, ma è un dato stabile che fa ben sperare: rimane fermo a 50 il numero di pazienti positivi al Covid-19 ricoverati nelle terapie intensive degli ospedali della regione. In termini di occupazione dei posti letto non si supera, dunque, il 50% considerando che il totale di posti attivati è di 100. Nessun nuovo ingresso in intensiva in 24 ore e rimane pressoché stabile anche il numero di pazienti ospedalizzati, 185; solamente due in più rispetto alla precedente comunicazione.
Contenuto anche l'aumento di persone in isolamento domiciliare, passate da 1.103 a 1.128. Complessivamente sono 2.048 i casi accertati positivi al coronavirus in Fvg, con un aumento di 62 positività. E fanno ben sperare anche i dati sui totalmente guariti che sono 232, mentre i clinicamente guariti (persone senza più sintomi ma non ancora negativi al tampone) sono 299. Non si arresta, purtroppo, la crescita dei decessi, 11 nella giornata di ieri che portano a 156 il numero complessivo di morti da Covid-19 e tra le vittime si registra un'altra ospite della casa di riposo di Paluzza.
DAL 12 MARZO A OGGI
Ecco come si è evoluto il Covid in Fvg dal giorno in cui sono scattate le restrizioni, il 12 marzo scorso. Allora i casi positivi erano 257 e 10 i decessi. Al 13 marzo, in solo giorno l'aumento fu di 52 casi, oggi in 24 ore se ne registrano meno della metà. La curva epidemica ha continuato a crescere: quasi 1.700 casi al primo aprile, oltre 90 nuovi positivi in un giorno. Oggi, a distanza di quasi una settimana, l'epidemia sembra stabilizzarsi e i numeri stanno dando ragione alle restrizioni decise dall'esecutivo regionale, stringenti ma efficaci. L'ex provincia più colpita è diventata quella di Udine con 786 casi, ma va precisato che si tratta anche della più vasta area del Fvg seguita da Trieste con 670 casi, Pordenone con 470 e Gorizia con 116, oltre a 6 persone non residenti in regione.
APPELLO AI SINDACI
Cgil, Cisl e Uil lanciano un appello ai sindaci, «non soltanto per quanto riguarda la gestione dell'emergenza nelle case di riposo pubbliche e nell'assistenza domiciliare, ma anche nell'ottica di un rafforzamento degli organici dei servizi sociali, che saranno sicuramente chiamati a un superlavoro anche nei prossimi mesi, per gestire le pesanti ricadute economiche, occupazionali e sociali di questa drammatica emergenza». Le segreterie regionali di Cgil-Cisl-Uil, con i responsabili sanità e welfare Rossana Giacaz, Luciano Bordin e Magda Gruarin chiedono anche un ruolo più attivo, sottolinenando l'assenza di un confronto tra aziende sanitarie e rappresentanze sindacali sulle politiche del personale, sull'organizzazione del lavoro, sul monitoraggio dei contagi in ambito sanitario e socio-assistenziale. «Non è accettabile denunciano Cgil, Cisl e Uil che i dati su operatori e utenti contagiati non siano sottoposti alle categorie, in particolare sulla situazione delle case di riposo, che rappresentano il fronte più delicato. Vogliamo sapere quali sono le strategie messe in campo per circoscrivere i focolai esistenti e per prevenire la formazione di nuovi focolai, con quali protezioni si opera nelle case di riposo e nell'assistenza domiciliare e quali sono le strategie per far fronte alla carenze di organico causate dalla diffusione del contagio tra gli operatori».
ORA D'ARIA PER I DISABILI
Sarà sufficiente un certificato di disabilità per le uscite brevi. A siglare il documento con questa indicazione è il vicegovernatore con delega alla salute, Riccardo Riccardi con l'obiettivo di semplificare la vita a persone portatrici di disabilità e alle loro famiglie, già alle prese con difficoltà quotidiane, soprattutto in questo periodo di emergenza. Il documento va portato con sé durante l'uscita per giustificare il motivo della presenza fuori casa stessa, dove vanno però mantenute le regole base, ovvero mantenere le distanze e proteggere naso e bocca.
UNA APP PER PIÙ PAZIENTI
Si procede per l'applicazione per raccogliere le ricette emesse dai medici di medicina generale e dai pediatri, così i cittadini dovranno semplicemente andare in farmacia, mostrare il telefonino e ritirare il farmaco. Per i meno tecnologici, questo strumento potrà memorizzare più profili utente, di modo da rendere possibile anche per i parenti il ritiro dei farmaci delle persone più anziane. «Il ruolo cruciale che i medici di medicina generale svolgono in questa fase dell'emergenza - ha commentato ieri Riccardi - e i servizi territoriali saranno fondamentali nella seconda fase dell'emergenza e anche dopo di essa».
Quanto al tema dei dispositivi di protezione individuale, ha spiegato che «questo rappresenta un tallone d'Achille per tutto il Paese, perché le produzioni sono state delocalizzate e la solidarietà europea non ha dato i risultati sperati. Oggi la Regione è in prima linea al fianco delle aziende sanitarie regionali e della nostra Protezione civile per garantire in maniera autonoma l'approvvigionamento dei presidi necessari al funzionamento dell'apparato sanitario».
Lisa Zancaner
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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