I sindacati e i genitori con i presidi «No al doppio turno, il piano va rivisto»

Domenica 24 Gennaio 2021
I sindacati e i genitori con i presidi «No al doppio turno, il piano va rivisto»
SCUOLA
UDINE Presidi, ma anche sindacati e consigli d'istituto. Tutti a favore del piano B del turno unico con il rientro al 50%, senza gli scaglionamenti (e una presenza al 75%) come invece previsto dal piano uscito dal tavolo prefettizio di dicembre. «All'incontro del 21 dicembre del gruppo di lavoro con l'Usr e i dirigenti scolastici - dice Tina Cupani (Cisl scuola) - abbiamo ribadito la nostra posizione, condivisa dalla maggior parte delle scuole, per un rientro senza scaglionamenti: i ragazzi vanno tutelati, l'organizzazione scolastica va tutelata. Abbiamo chiesto attività di vigilanza con la Polizia locale o la Protezione civile per evitare assembramenti alle fermate e sui mezzi». La linea delle Prefetture (ribadita anche dal coordinatore Valerio Valenti) però non sembra propensa al cambio di rotta. E la vicaria di Udine ritiene di non aver titolo per farlo in assenza di input dall'alto. «Significa che un piano emanato da un prefetto non può essere modificato dalla stessa Prefettura - si chiede Cupani -? Se tengono quei piani, la Prefettura se ne assumerà la responsabilità. Sono convinta che affidare al Tar o ai prefetti l'organizzazione scolastica sia qualcosa che sta a indicare il fallimento del modo in cui il Governo definisce questo tema. A Udine la Prefettura non ha ascoltato le richieste dei presidi, elaborando il piano più rigido del Fvg». In linea anche il collega Adriano Zonta (Cgil Flc). «Non ci devono essere doppi turni. Già il 4 gennaio abbiamo chiesto una revisione del piano ai prefetti e agli assessori regionali. Con gli scaglionamenti il sacrificio viene chiesto solo agli studenti e alle scuole. Credo che un sacrificio debbano farlo anche i trasporti e la sanità». La Regione dice che la revisione del piano spetta alle Prefetture. «Io credo che anche la Regione possa chiedere la revisione. No allo scaricabarile». «Noi siamo sempre stati contrari ai doppi turni. Il 30 dicembre Valenti ci ha detto che il piano era pronto e si poteva rientrare a scuola il 7 gennaio. C'era il problema di Udine per i rientri. Ma potevamo anche starci se c'era l'urgenza di aprire. Ma adesso che hanno avuto un mese per pensarci, perché non hanno rivisto il piano?». Il problema assembramenti, secondo lui, si può risolvere anche «ricorrendo ai pullman inutilizzati di Aeronautica ed Esercito» e mettendo «un militare per ogni corriera». Contro gli scaglionamenti anche Alessandra Buttazzoni, della rete dei presidenti dei consigli di istituto. «Con i doppi turni gli studenti non hanno il tempo necessario per svolgere gli studi domestici. Llo scaglionamento diventa un problema per tutti. Significa che i ragazzi escono la mattina all 7.30 e rientrano alle 17, 18 o in qualche caso alle 19. Non ci sarebbe più tempo per nulla. Invitiamo la Prefettura a ripensarci. Va data priorità alle necessità delle famiglie».
L'USR
Dopo che il Tar ha rigettato l'istanza di sospensiva dell'ordinanza Fedriga che fissa il ritorno in classe in presenza il 1. febbraio, intanto, la dirigente dell'Usr Daniela Beltrame, sulla base delle istanze raccolte, ha chiesto alla Prefettura di Udine oltre che a quella di Gorizia la riapertura del tavolo «per valutare eventuali punti di convergenza fra le esigenze delle scuole alla luce del mutato quadro normativo e le possibilità offerte dal trasporto pubblico locale». Con l'emanazione del Dpcm del 14 gennaio, infatti, la ripartenza è possibile «almeno al 50% e fino ad un massimo del 75%» e le scuole della provincia, scegliendo il 50% «confidano di evitare i prescritti scaglionamenti e nel contempo di potersi avvalere di una maggiorazione dei mezzi di trasporto pubblico locale per alleggerire la presenza sui mezzi». La Prefettura ha già fatto sapere che convocherà il tavolo a inizio settimana.
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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