I NOMI
UDINE Comunque vada questa volta il presidente della Regione sarà

Venerdì 27 Aprile 2018
I NOMI
UDINE Comunque vada questa volta il presidente della Regione sarà un uomo. L'uscente Debora Serracchiani non ha infatti lasciato o sollecitato eredi al femminile per proseguire nel solco aperto da Alessandra Guerra negli anni Novanta e arato con determinazione dalla leader del Pd. È il primo elemento che emerge guardando la lista dei candidati alla presidenza della Regione 2018: tutti uomini, ma non tutti politici. Al curriculum di Massimiliano Fedriga, candidato del Centrodestra, si contrappone, per esempio, quello del candidato del M5S, Alessandro Fraleone Morgera: deputata da 10 anni (ne ha 38) il primo, mai avuto un incarico politico-amministrativo il secondo. Ibride le biografie del vice presidente uscente (e da qualche settimana presidente facente funzioni) Sergio Bolzonello, candidato per il Centrosinistra, e di Sergio Cecotti, candidato governatore e uomo simbolo del Patto per l'autonomia: il loro trascorso, infatti, ha importanti presenze nell'agone politico e altrettante assenze dedicate al proprio lavoro.
Ampio anche l'arco temporale entro il quale si inseriscono le loro date di nascita: dal 1956 di Cecotti al 1980 di Fedriga, passando per il 1960 di Bolzonello e il 1970 di Fraleoni Morgera. Ed è proprio questa la successione delle presenze sulla scheda elettorale che i cittadini del Friuli Venezia Giulia si troveranno in mano domenica, recandosi ai seggi dalle 7 alle 23: di colore blu, riporta al primo posto in alto a sinistra il simbolo dell'unico partito con cui Cecotti si presenta, il Patto per l'Autonomia. In seconda posizione c'è il candidato per il centrosinistra Bolzonello, sostenuto da quattro liste: Cittadini, Slovenska Skupnost, Open Fvg e Pd. In terza fascia c'è Fraleoni Morgera e M5S; chiude il Centrodestra con Massimiliano Fedriga che accanto al suo nome ha un simbolo su cui campeggia un La rivoluzione del buonsenso. Con Fedriga presidente e di lato i 5 partiti che lo sostengono: Ar, Fdi, Fi, Lega e Progetto Fvg. Cecotti, già sindaco di Udine già presidente della Regione, si è rimesso in pista dopo aver bocciato del pari i cinque anni guidati dal centrodestra con Renzo Tondo e quelli guidati dal centrosinistra con la Serracchiani, ma, forse scaramanticamente, si è dato come missione quella di portare in consiglio un gruppo di consiglieri che aiutino «la prossima Giunta sbagliare il meno possibile», quasi chiamandosi fuori da un approdo in Aula per restare docente di Fisica alla Sissa. Bolzonello, comomercialista, già sindaco di Pordenone per due mandati e reduce da cinque anni da vice di Serracchiani, lavora per dare nuove prospettive a un percorso che, come ha sempre detto, ha avuto luci ma anche qualche cosa fatta non bene. Stando ai bookmakers la sua è una corsa tutta in salita, che ha condotto da novembre con passo costante (è un maratoneta e ha partecipato più di una volta alla Maratona di New York), cercando di far superare una delle critiche più ripetute al Governo Serracchiani, cioè quello di un non adeguato ascolto del territorio. Solo pochi giorni fa a dargli man forte è arrivato il premier Paolo Gentiloni, assicurando che dal suo osservatorio si vede «una partita aperta». A Morgera in questa tornata elettiva spetta il compito di confermare l'andamento avuto dal M5S nel 2013 o di scrivere una pagina completamente nuova: cinque anni fa le elezioni politiche svoltesi a febbraio avevano portato i grillini in regione al 27%, ma solo due mesi dopo, ad aprile, erano scesi al 13%. Come andrà questa volta? Il laureato in Chimica industriale ricercatore all'Università di Trieste confermerà il partito del 24% del 4 marzo 2018 o subirà l'andamento del lustro passato? Fedriga, arrivato a guidare la coalizione dopo dieci giorni di veti e contro veti e di una decina di nomi bruciati, pare abbia il vento a favore, anche se le vicissitudini nazionale per la formazione del nuovo governo potrebbero riverberarsi in qualche modo in regione. Soprattutto, in quest'area guidata dal laureato con master in Marketing aziendale, gli occhi sono puntati sulle percentuali che riusciranno ad avere i due partiti maggiori, la Lega e Fi. Per i rapporti di forza occorrerà vedere, infatti, se il Carroccio confermerà il suo 26% delle politiche contro il neppure 11% di Fi o se il quadro regionale darà altre informazioni.
Antonella Lanfrit
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