I medici: visite private per necessità

Martedì 19 Febbraio 2019
I medici: visite private per necessità
SALUTE
UDINE La libera professione tra le mura dell'ospedale priva di regolamentazione non piace nemmeno ai medici che lo fanno, comunque, per necessità. A fare chiarezza sul giro milionario dei camici bianchi che lavorano privatamente negli ospedali è il segretario regionale della Cimo, Giulio Andolfato che prova fare due conti in tasca ai colleghi.
«Dei 26 milioni di euro che muove l'intramoenia in un anno in regione - spiega il 42% ritorna ai cittadini sotto forma di tasse Irpef pagate dai medici che aggiunge lo praticano anche per necessità dato che il Friuli Venezia Giulia è una delle regioni che retribuisce di meno i medici». Per segretario della Cimo, calcolatrice alla mano, su 18mila euro lordi all'anno che un medico guadagna praticando la libera professione in ospedale, ne rimangono netti 10mila, ovvero 800 euro al mese. Soldi che si vano ad aggiungere a uno stipendio non proprio dorato dopo un lungo e dispendioso investimento per indossare un camice e lo stetoscopio.
GUADAGNI
«Un medico precisa Andolafto inizia a guadagnare a 32 anni; la nostra busta paga ha un potere d'acquisto sempre più ridotto e un neoassunto guadagna 2.200 euro netti al mese. Dal punto di vista delle remunerazioni aggiunge c'è stato un crollo per i medici ospedalieri anche considerando che ci paghiamo l'assicurazione al 100% per la quale versiamo praticamente l'intera tredicesima». Da alcuni anni, infatti, la copertura assicurativa non è più a carico dell'azienda e, per quanto possa sembrare inverosimile, anche i dottori cercano di far quadrare i conti e l'intramoenia, insomma, «diventa una necessità». A una questione prettamente economica, Andolfato aggiunge una considerazione di più ampio respiro. «La capacità di attrazione della nostra regione per la medicina ospedaliera dipende dall'eccellenza e l'eccellenza dei medici costa. Inoltre precisa non si può pensare di assumere giovani medici sena garantire loro un'adeguata retribuzione. Inutile poi lamentarsi se fuggono all'estero dove trovano condizioni migliori». Conti a parte, rimane il nodo delle linee guida sulla libera professione che la regione non ha mai emanato, «uno dei motivi per cui come Cimo abbiamo sconfessato la passata amministrazione regionale punta il dito il segretario . L'abbiamo chiesto per 5 anni ma non è mai stato fatto». Ad oggi esistono dei regolamenti aziendali, ma il Fvg è una delle poche regioni in cui l'intramoenia rimane ancora un po' «selvaggia» e a rimetterci sono gli utenti del servizio sanitario. «Praticato senza linee guida non è equo conclude Andolfato serve un riordino e chiediamo all'assessore regionale alla salute, Riccardo Riccardi di aprire immediatamente un tavolo per arrivare a un regolamento che sia utile a tutti perché l'interesse comune è salvare il Sistema sanitario regionale». Un'ultima precisazione Andolfato la riserva alle liste d'attesa che «vanno per conto loro»; l'intramoenia, insomma, è lo straordinario che nulla toglie all'orario di servizio, a patto, però, che siano regole uguali per tutti.
Lisa Zancaner
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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