Manifesto per l'ateneo fra le polemiche

Venerdì 15 Marzo 2019
Manifesto per l'ateneo fra le polemiche
IL CASO
UDINE Presenti tutti e tre i candidati alla corsa per diventare rettori dell'Università di Udine, come pure numerose rappresentanze di peso del territorio, fra cui quella confindustriale e sindacale, ieri nella sala del Popolo del Comune di Udine per la presentazione del documento «Università del Friuli. Verso un manifesto per i prossimi decenni», preparato e sottoscritto da una cinquantina di personalità del Friuli per rilanciare il rapporto tra l'ateneo voluto dalla gente e il suo territorio.
LA CISL
In questo contesto, però, è arrivata a pochi minuti dall'inizio dell'incontro l'attacco frontale della Cisl Fvg, che insieme alla Cisl Università ha bocciato su tutti i fronti l'iniziativa. Secondo il sindacato sarebbe rea di «sottointendere uno schema di chiusura», ha sostenuto il segretario Cisl Fvg Franco Colautti, preoccupato anche di affermare che «la collaborazione tra gli atenei di Udine e Trieste rappresenta un punto fermo, intoccabile». Una presa di posizione giunta come «un fulmine a ciel sereno», ha considerato un altro sindacalista, il segretario generale della Uil Nando Ceschia, bollando come «scorretta» l'uscita dei cislini perché «il percorso è stato visto insieme». Il pollice verso nei confronti dei colleghi sindacalisti non si ferma però alla forma e parte il contrattacco sulle critiche ai presunti contenuti. «Siamo sorpresi che la Cisl possa pensare al ripristino di uno scontro tra Udine e Trieste ha proseguito a margine Ceschia -, poiché la volontà di un tale scontro non è rinvenibile in alcuna parte del Manifesto, né v'è stata traccia nelle riunioni preparatorie».
IL MANIFESTO
Pacato ma chiaro l'inquadramento del Manifesto - che ha tra i firmatari i sindaci di Udine, Gorizia e Trieste, il presidente del Consiglio regionale, il senatore Mario Pittoni e molti nomi di personalità della cultura, della chiesa e dello stesso ateneo che ha fatto il portavoce del gruppo promotore, l'ex ministro Giorgio Santuz: «Serve rilanciare l'Università del Friuli senza campanilismi di alcun genere. Noi lavoriamo con tutti ha sottolineato -. Vogliamo solo che l'ateneo sia all'altezza delle esigenze del Friuli, perché è nato per il Friuli. Quindi, è necessario che capisca quali sono le necessità per uno sviluppo industriale e culturale vero. Se è possibile, inoltre, non lasci morire la nostra storia e la nostra lingua. Mantenga poi i collegamenti con i Paesi dell'Est Europa e dei Balcani, in questo assolutamente in accordo con Trieste». Dopo un'articolata riflessione, sono quattro gli input che il Manifesto dà all'ateneo: la necessità di superare il rapporto troppo spesso unilaterale e strumentale dell'Università con i territori; il problema del sottofinanziamento; la stabilizzazione del Cantiere Friuli; uno sforzo di riposizionamento nelle graduatorie; la costituzione di un «metalaboratorio» composto da componenti scientifiche e culturali esterne e interne all'ateneo.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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