Confagricoltura traccia un bilancio in chiaroscuro

Sabato 19 Gennaio 2019
IL BILANCIO
UDINE Un'agricoltura in chiaroscuro. È questa la fotografia scattata da Confagricoltura Fvg per delineare un bilancio complessivo del 2018, un anno di transizione per l'agricoltura friulana spiega il presidente Claudio Cressati. Numeri altalenanti che toccano import ed export. Mentre sul fronte delle esportazioni, il 2018 si è chiuso con una crescita del 7,9% raggiungendo quota 143 miliardi di euro, gli scambi dei prodotti dell'industria alimentare (vino compreso) hanno perso, invece, il 3,6%. Peggiora pure il fatturato dell'agroalimentare certificato che, secondo il recente Rapporto Qualivita, ci fa scendere dal 6° al 7° posto nazionale. Un altro neo per il Fvg rimane il consumo di suolo che interessa quasi il 23% del territorio regionale contro il 20% della media italiana, una problematica già denunciata e portata all'attenzione dell'amministrazione regionale da Coldiretti. Regge, invece, il numero delle imprese agricole regionali che resta stabile a 13.800, mentre si fa strada il modello della collaborazione che porta le imprese agricole friulane a stabilire il primato della partecipazione alle reti, con 488 aziende coinvolte. A fronte di un numero di imprese stabile, crescono però superfici e produzioni, tutte con il segno più. Spicca il boom del sorgo che nel 2018 ha registrato una variazione positiva del 163% rispetto all'anno precedente con una produzione quasi triplicata: 85.207 quintali contro i 32.403 del 2017. Bene anche frumento, segale, orzo e mais con incrementi che vanno dal 2 all'8%. Dal punto di vista climatico, ancora una volta ci troviamo di fronte a un'annata anomala che ha favorito il mais e, un pò meno, la soia sottolinea il vicepresidente regionale di Confagricoltura Philip Thurn Valsassina - Il mais ha fatto registrare dei prezzi di vendita stabili, mentre l'orzo si segnala come una valida alternativa per l'industria mangimistica. La nostra soia, invece, si è trovata schiacciata nella guerra dei dazi scatenata da Usa e Cina, con una riduzione del prezzo di vendita del 20%, creando una situazione di grande incertezza per la prossima stagione delle semine. Confagricoltura segnala, inoltre, una rinnovata sensibilità ambientale con oltre 200 aziende che hanno aderito a sistemi di produzione integrata e un +10% di quelle che praticano l'agricoltura biologica (890 aziende per complessivi 15.418 ettari). Numeri meno positivi, invece, sono quelli che riguardano la zootecnia altro neo sottolineato anche da Coldiretti che evidenzia ancora tratti di estrema difficoltà. Infatti, oltre 100 stalle di bovini hanno chiuso e i capi allevati sono passati dai 79.000 di inizio anno agli attuali 78.600. Pure il numero dei suini è sceso dai 251.000 capi ai 240.500 che vengono macellati soprattutto fuori regione (solo 6.000 si macellano sul territorio). Speriamo che, quanto prima, con un confronto costruttivo con l'amministrazione regionale aggiunge Cressati.
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