Cementificio, esposto in Procura

Venerdì 15 Marzo 2019
FANNA
Cementificio nel mirino del Movimento 5 Stelle. Rischi ambientali e alla salute per i cittadini provocati dal coincenerimento di rifiuti e rischi di perdita di resistenza meccanica dello stesso cemento prodotto.
ESPOSTO-DEUNCIA
Sono i punti più importanti contenuti nell'esposto-denuncia inviato alla Procura della Repubblica di Pordenone (ieri il procuratore Raffaele Tito ha informato di aver aperto un fascicolo per inquinamento ambientale contro ignoti ndr), sottoscritto dagli eurodeputati del M5S Piernicola Pedicini e Marco Zullo, dal deputato Luca Sut e dal consigliere regionale Mauro Capozzella.
RISCHI PER LA SALUTE
I portavoce del M5S chiedono al procuratore di accertare se le emissioni prodotte dal cementificio Buzzi Unicem di Fanna siano dannose per l'ambiente e per la popolazione e nell'eventualità di adottare da subito le misure cautelari per i responsabili e il relativo sequestro degli impianti. Nell'esposto, presentato «dopo approfondimenti effettuati nel corso delle nostre attività parlamentari», i rappresentanti del M5S scrivono al procuratore di Pordenone riguardo gli eventuali rischi che possono derivare dall'emissione di metalli pesanti tossici per l'ambiente e dannosi per la salute umana, del coincenerimento dei forni di cemento. «Una situazione complicata quella del coincenerimento dei rifiuti nei cementifici affermano i portavoce M5S  qui è in gioco ogni giorno la salute di tutti cittadini e, in particolar modo, quella dei bambini esposti in maniera più evidente a cromo e cadmio attraverso l'inalazione e l'assorbimento della pelle, mentre in pochi fanno affari bruciando rifiuti». Dopo aver presentato esposti per altri cementifici in diverse regioni d'Italia che utilizzano questa pratica, chiediamo alla magistratura di intervenire anche a Fanna: la salute dei cittadini e la tutela dell'ambiente devono essere sempre al primo posto», conclude l'eurodeputato Piernicola Pedicini.
IL COMITATO
L'attuale azione giudiziaria del Movimento 5 stelle fa seguito ad un analogo esposto presentato dal comitato No all'incenerimento di rifiuti, sì al riciclo, che aveva depositato le proprie istanze a Palazzo di Giustizia nell'autunno scorso. Due le ipotesi di reato ventilate: inquinamento ambientale e omissione d'atti d'ufficio da parte dei Comuni di Maniago e Fanna.
L'AZIENDA
Proprio a seguito di quella denuncia pubblica, l'azienda aveva fatto sapere che «l'indagine di Arpa non ha confermato l'inquinamento ambientale nel Maniaghese che era stato denunciato. L'agenzia regionale, in seguito allo studio Chicken pop's, commissionato dal M5S, ha condotto verifiche e campionamenti per verificare la qualità dei suoli in prossimità di sorgenti industriali del territorio, i cui esiti rappresentano l'unico studio recente e ufficiale, basato su riscontri oggettivi e metodologie scientifiche, in merito alla presenza di microinquinanti». «L'indagine Arpa, oltre a non evidenziare l'esistenza di fenomeni di contaminazione diffusa dei suoli associati a Pcdd/f (policloro-dibenzo-p-diossine) e Pcb (policlorobifenili), ha escluso una fonte di emissione unica, smentendo gli addebiti che costituiscono l'oggetto degli esposti», aveva aggiunto l'azienda.
Lorenzo Padovan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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