«Gli sciamani di oggi portano nuovi approcci di pensiero»

Giovedì 23 Luglio 2020
IL CASO
UDINE La ricerca è spesso provocatoria, all'avanguardia e sposta i confini del noto. La professoressa Antonella Riem, direttrice del Dipartimento di Lingue e letterature, comunicazione, formazione e società dell'Università di Udine, risponde così alle perplessità sollevate dal nuovo master in Partnership e Sciamanesimo, perplessità «che mi lasciano stupita dice, sottolineando che i corsi del Dipartimento risultano ai vertici delle classifiche Censis - Il nostro è un approccio interdisciplinare: se ne parla tanto, poi, quando viene praticato, emergono i pregiudizi. Ricordo tra l'altro, che in Friuli esiste il Circolo Menocchio che da 40 anni si occupa dei benandanti: la nostra è una terra molto mistica e, infatti, il master non trascurerà certo le tradizioni del territorio: ci sarà un approfondimento con l'antropologa Erica di Bortolo Mel su Donne, madonne e dee in Friuli».
E a chi, come lo Uaar, attacca il corso perché «fa salire letteralmente in cattedra persone che, legittimamente, hanno scelto un'altra strada, che con il rigore e la scienza ha ben pochi punti di contatto», Riem contrappone i nomi dei docenti «come i professori Franco Fabbro, Gian Paolo Gri e Stefano Beggiora. I moduli didattici spaziano dalla psicologia clinica, alla letteratura inglese, dalla pedagogia sociale, alla sociologia dei processi culturali e comunicativi; qualcuno si è focalizzato solo sull'aspetto dello sciamanesimo, ma è opportuno considerare anche tutto il resto: in questo caso, c'è l'aspetto molto importante della cultura della partnership (la professoressa, nel 2018, ha vinto un prestigioso premio sul tema, per il lavoro di ricerca sulla letteratura australiana, sulla base del modello di partnership di Riane Eisler, ndr). Ricordo, comunque, che lo sciamanesimo è antichissimo ed è oggetto di molti studi con approccio interdisciplinare. Il master ha obiettivi ampi e innovativi e posso capire una certa curiosità. L'aspetto scientifico è molto curato. Insomma, secondo me è stato fatto Troppo rumore per nulla, come direbbe Shakespeare. D'altronde, le cose nuove suscitano sempre dibattito e questo lo trovo comunque molto positivo».
E, riguardo agli incontri con gli sciamani, la professoressa spiega: «Sono persone di questo millennio, che hanno avuto delle esperienze importanti e che portano avanti la loro cultura. Se vogliamo parlare di aperture interreligiose, incontro e confronto, questa sarà un'occasione. Spiegheranno quali sono le loro tradizioni, a partire dal loro approccio fortemente ecologico, di cui noi, ad esempio, abbiamo molto bisogno».
Non è la prima volta, d'altronde, che il Dipartimento si impegna in iniziative che di primo acchito possono sembrare poco ortodosse: dal seminario del 2003 Altri segni altre voci, con la partecipazione di artisti, storyteller e facilitatori, all'incontro Donne di pace, con sciamane siberiane, pink girls e madri americane contro il reclutamento dei giovani poveri.
«Portiamo sempre avanti conclude Riem - esperienze di apertura verso il mondo».
Al.Pi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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