«Giustizia per Nadia» 17 mila firme alla petizione

Martedì 21 Novembre 2017
LA PETIZIONE
TRIESTE Le hanno raccolte nelle piazze, nei mercati. Nei luoghi pubblici più affollati. Nel giro di due mesi le firme hanno toccato quota 16.707: «Nadia non c'era più, la giustizia prendeva decisioni che non potevamo né capire né condividere, ma si trattava di un evento troppo grande che ha colpito tutti, dovevamo fare qualcosa».
Con queste parole ieri pomeriggio nel Palazzo del Consiglio regionale a Trieste un gruppo di giovani amici di Nadia Orlando, la ventunenne di Vidulis di Dignano assassinata dal fidanzato Francesco Mazzega lo scorso 31 luglio si è rivolto al presidente Franco Iacop consegnando una petizione con la quale 16.700 persone, a seguito della concessione da parte del Tribunale del riesame di Trieste degli arresti domiciliari al 36enne Francesco Mazzega, chiedono alla Regione di costituirsi parte civile nel procedimento penale e di farsi parte attiva presso le autorità statali competenti affinché il provvedimento degli arresti domiciliari venga revocato e venga disposta la custodia cautelare in carcere per ragioni di pubblica sicurezza.
«Non potevamo starcene con le mani in mano ha detto Giulia Vidusso, prima firmataria della petizione , ma ci muoveremo anche a livello nazionale per chiedere la revisione dell'attuale sistema delle misure cautelari per Nadia, per le vittime come lei perché non siano dimenticate, perché non si ripeta. È inammissibile ha concluso che un uomo che ha ucciso la propria donna attenda il giudizio a casa, la voce del popolo deve essere ascoltata».
Anche i genitori di Nadia hanno voluto essere presenti: «Questo è un primo passo - ha dichiarato il papà ; mi aspetto che qualcosa possa cambiare per una società migliore sensibilizzando su un grosso problema», ma soprattutto «il no è una negazione ma è anche il primo segnale di insegnamento che si dà ad un bambino, non deve dare adito alla violenza».
A riceverli oltre a Iacop la consigliera leghista Barbara Zilli, la grillina Ilaria Dal Zovo e i Dem Armando Zecchinon, Vittorino Boem e Enio Agnola.
«Siamo di fronte ad una petizione che testimonia la grande partecipazione popolare ha affermato Iacop anche se ciò che chiede non è di nostra stretta competenza ma di un organo che ha valutato l'applicazione di misure cautelative di un certo tipo per un crimine efferato. Dobbiamo inquadrare la petizione in questo contesto, ma assicuro che faremo immediatamente tutto ciò che è in nostro potere affinché questo atto abbia il massimo della pubblicità nelle sedi opportune».
Iacop si è impegnato a trasmettere la petizione al presidente del Tribunale di Trieste ed è stato supplicato da una mamma che ha aiutato i giovani a raccogliere le firme: «Magari tra qualche anno l'assassino sarà fuori a reiterare il reato, serve un impegno forte e concreto». A farle eco Giuseppe Melillo di Dignano: «Abbiamo bisogno di segnali forti e chiari dalla politica, Mazzega deve stare in carcere, non a casa». «Quanto accaduto ha segnato tutta la regione ha detto Dal Zovo ; gli arresti domiciliari hanno sbigottito tutta la popolazione, il Consiglio regionale non può restare in silenzio ma va trovato un modo per arginare questo fenomeno».
Zilli, dal canto suo, ha ricordato il voto alle Camere (sottoscritto anche da Fi, Ar e FdI) affinché venga rivista la disciplina delle misure cautelari con l'auspicio che venga votato entro fine legislatura.
Una campagna di sensibilizzazione che coinvolge le amministrazioni comunali e un'amichevole di calcio femminile in memoria di Nadia Orlando sono invece le iniziative che la Provincia di Udine organizza in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che ricorre il 25 novembre.
Elisabetta Batic
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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