Gita in Friuli con la cocaina, condannato un finanziere

Martedì 7 Luglio 2020
LA CONDANNA
PORDENONE L'auto che aveva noleggiato per una gita in Friuli, una Renault Clio, era segnalata e quando uscendo dall'A28 è sbucato a Cimpello i finanzieri pordenonesi che aspettavano sulla Pontebbana hanno intimato l'alt. A bordo c'era un collega, un insospettabile rappresentante delle istituzioni che trasportava due pacchetti di cocaina in uno zaino, in tutto quattro etti. Era il 3 marzo scorso. Federico Firpo, 43 anni, residente a Quiliano (Savona) da allora è in misura cautelare nel carcere di Pordenone. Ieri è stato processato nell'udienza preliminare del gup Rodolfo Piccin per la detenzione dello stupefacente. Il pm Maria Grazia Zaina aveva concluso per una pena molto severa: 6 anni e mezzo di reclusione. Il Gup, riconosciute le attenuanti generiche, ha inflitto 4 anni 4 mesi e 14mila euro di multa. Sulla richiesta di modifica avanzata dall'avvocato Stefania Bertoldi, si esprimerà nei prossimi giorni.
Firpo ha sempre dichiarato di aver fatto inconsapevolmente da corriere e lo ha ribadito ieri al Gup. Un racconto, il suo, che la Procura ritiene inverosimile. L'uomo sostiene che era stato un amico albanese di Desio a chiedergli - sapendo che doveva andare in Friuli - di portare a un suo conoscente di Spilimbergo una bottiglia di grappa, una di vino e un paio di dolci. Quando si è fermato in un'area di servizio, sbirciando nello zainetto si è accorto che nei sacchetti di carta non c'erano dolci, ma cocaina. «È stato preso dal panico - afferma l'avvocato Bertoldi - Ha proseguito il viaggio perchè non sapeva che cosa fare, non è stato affatto dimostrato che facesse parte di qualche organizzazione. Questa, tra l'altro, è sempre stata la sua versione. In Appello conto di contenere la pena, deve pagare per quello che sappiamo per certo».
Firpo, che era in servizio nelle Fiamme Gialle a Savona, trasportava esattamente 421 grammi di cocaina. Doveva consegnare le bottiglie e i dolci a un albanese, in un locale di Spilimbergo di cui aveva fotografato uno scontrino per avere insegna e indirizzo, dopodichè lo aveva conservato nel suo telefonino. Della persona che doveva incontrare aveva il cellulare, ma non il nominativo. Bottiglia di grappa e di vino sono ancora conservate nell'ufficio matricola della casa circondariale di Pordenone.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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