Giovani migranti molesti, a Paularo scoppia la protesta dei cittadini

Giovedì 17 Ottobre 2019
LA PETIZIONE
PAULARO A Paularo è stata avviata una petizione per l'allontanamento di 15 giovani pakistani arrivati in paese a metà settembre e da allora distintisi, a differenza dei migranti che li hanno preceduti, per comportamenti considerati inadeguati: «Hanno l'abitudine di ritrovarsi a ogni ora del giorno e della notte, in gruppetti da tre a cinque si legge tra l'altro nella petizione -, per consumare alcool e probabilmente altre sostanze in modo smisurato».
LA SCINTILLA
Ad avviare la petizione è stato l'ex sindaco Ottorino Faleschini «su sollecitazione di diversi compaesani», spiega, al fine di portare la questione in discussione in Consiglio comunale e attirare l'attenzione generale sulla vicenda.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, racconta Faleschini, «risale a sabato scorso, quando in un bar abbiamo dovuto chiamare i Carabinieri, che sono stati richiamati anche lunedì sera. Quersti giovani hanno iniziato a frequentare i bar del paese attuando atteggiamenti spesso provocatori continua -, parlando in una lingua per noi incomprensibile».
Lunedì sera «un gruppo di ragazzi completamente ubriachi si è presentato in bar e con tono di sfida ha provocato i clienti presenti nel locale e hanno continuato a tentare l'approccio con la dipendente in servizio e una ragazza presente in bar. Nel timore che le loro continue provocazioni potessero degenerare continua il promotore della petizione ho chiamato i carabinieri e ieri ho dato alle ragazze spray urticanti per la legittima difesa».
I giovani migranti sono ospitati in una casa di privati, in via Montello, gestita dalla Caritas. Ciò che i cittadini firmatari chiedono con la petizione è che «chi si è assunto la responsabilità dell'ospitalità di queste persone, per la quale lo Stato eroga cospicui contributi, garantisca il controllo della struttura con la propria presenza e se ciò non è possibile qualcuno deve provvedere ad allontanare le persone moleste alle quali evidentemente non interessa integrarsi», aggiunge Faleschini, sottolineando che «a Paularo gli immigrati sono presenti da tre anni e non si sono mai verificati episodi di intolleranza. Anzi, i figli delle famiglie che c'erano prima erano a scuola e giocavano a calcio con i nostri. Tuttavia ribadisce - l'ospitalità non deve in alcun modo ledere la libertà di vivere serenamente come abbiamo sempre fatto».
SINDACO E PREFETTO
A segnalare alle autorità preposte i problemi che si stavano evidenziando già dopo pochi giorni era stato il sindaco di Paularo, Daniele Di Gleria, che oggi ha in programma un altro appuntamento telefonico con il prefetto di Udine. «Premesso che il Comune non sa neppure perché se ne sono andate le famiglie e sono arrivati questi migranti spiega -, già il 19 settembre ho chiamato il prefetto e il responsabile Caritas, evidenziando che questo non è il modo per garantire integrazione, dato che questi giovani non hanno nulla da fare durante tutto il giorno. Mangiano, bevono, si ubriacano e buttano le immondizie anche nel torrente, comportamento che consideriamo intollerabile».
Ieri il sindaco ha nuovamente aggiornato il prefetto sulla situazione «e ci siamo accordati per risentirci domani (oggi per chi legge, ndr). Inoltre, mi ha già anticipato che coinvolgerà i suoi collaboratori per studiare il da farsi». Il comportamento «sopra le righe» dei giovani pakistani, infatti, ha ormai messo in allerta il paese, non solo gli abitanti del capoluogo, ma anche quelli di tutte le frazioni, dove i migranti si spingono durante la giornata.
«Sono numerosi i compaesani che sono venuti da me a lamentarsi del comportamento di questi ragazzi e della mancanza di risposte alle loro legittime preoccupazioni prosegue Faleschini -. Tra l'altro sono stati notati a curiosare di notte all'interno delle macchine parcheggiate, puntando una pila». La posizione dell'amministrazione «è chiara chiosa il sindaco -: non è integrazione lasciare ragazzi in balia degli eventi».
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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