Gibelli: capisco la reazione della società «Vicenda che si trascina da diversi anni»

Giovedì 10 Giugno 2021
Gibelli: capisco la reazione della società «Vicenda che si trascina da diversi anni»
LA REGIONE
UDINE «Fatto salvo che non ho le carte in mano e quindi non conosco la parte giuridica della vicenda, sfugge la logica di alcune osservazioni, come per esempio quella relativa al nome con cui si appella lo stadio: se il concedente non ha posto il veto, perché chi sponsorizza non può mettere l'insegna? A meno che non vi siano delle clausole specifiche nella convenzione stipulata tra le parti, il nesso sfugge». L'assessore regionale allo Sport, Tiziana Gibelli, guarda da lontano la vicenda che sta animando l'intera regione dopo che l'Udinese Calcio ha ventilato la possibilità di andarsene dallo Stadio di Udine a seguito dei rilievi mossi dall'Anac, rescindendo il contratto con il Comune firmato nel 2013 con durata 99 anni. Tra i rilievi che l'Autorità ha fatto pervenire al Comune ve ne sono che riguardano la concessione dell'impianto, le manutenzioni e il nome commerciale dello stadio, che secondo l'Autorità non si potrebbe chiamare Dacia Arena. La situazione non è semplice e lo stesso attuale sindaco di Udine Pietro Fontanini è dato come preoccupato di trovare una soluzione che per ora non sembra vedersi all'orizzonte.
LA POSIZIONE
«La Regione non ha parte in causa», precisa ancora l'assessore Gibelli che, pur da lontano, sta seguendo la vicenda e conferma di aver avuto un breve scambio di parole con il sindaco proprio in queste ore. Ciò premesso, Gibelli ammette di «capire la reazione» che ha avuto la società della squadra di calcio che milita nella massima serie. «È una vicenda che si trascina da anni e pare che ora le osservazioni siano su questioni marginali». Un sassolino però Gibelli se lo toglie, quando ragiona attorno alle considerazioni che ha fatto il sindaco che stipulò l'accordo e che ora siede in Consiglio regionale tra i banchi dell'opposizione, Furio Honsell. Il quale, commentando la nuova vicenda legata allo stadio, ha detto essere figlia di una politica degli esposti che ha connotato gli anni in cui è maturata la concessione. «Concordo con lui che la politica non si fa con gli esposti considera in premessa l'assessore regionale allo Sport Gibelli -. Peccato però che il primo a dimenticarsene sia lui proprio quando fa politica, chiedendo un giorno sì e l'altro anche commissioni d'inchiesta». Intanto comunque la questione resta aperta e la reazione dell'Udinese ha scosso parecchio i tifosi e tutti coloro che non riescono a pensare la squadra lontana dallo stadio in cui la stanno seguendo da moltissimi anni. Il fiato è sospeso anche perché la società non ha fatto mistero che l'alternativa a un terreno di gioco contraddistinto dallo storico e fascinoso arco c'è e non è peregrina. Per questo Gibelli, seppur da fuori campo, auspica «che una soluzione si trovi» e che sia «accettabile da tutti».
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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