Fiato sospeso sul verdetto del fuoco

Venerdì 5 Gennaio 2018
IL PANORAMA
UDINE Pioggia o sereno che sia, domani il Vecchio Venerando svelerà i destini del 2018 ai piedi della pira più grande e maestosa del Friuli Venezia Giulia, a Coja di Tarcento, dove fumo e faville del Pignarul Grant coccoleranno col loro calore l'unico angolo sopravvissuto del vecchio castello della Riviera Pedemontana.
Il meteo non promette bene per questa magica e misteriosa dodicesima notte, quella più attesa, quella più sentita dalla comunità delle Valli del Torre e di tutto il Friuli Venezia Giulia, forse più del Capodanno, forse più del Natale: perché è una festa ancestrale, che unisce tutti, al di là dell'età, della condizione economica, della modernità e della tecnologia; perché è un tempo, questo, che non ha epoca né data né spazio. Né connotazioni religiose codificate; che non nasce dallo scritto o dalla razionalità ma dal cuore e dalla memoria collettiva, che è unica e in cui ognuno, istintivamente, si riconosce e si perde. Per poi ritrovarsi.
IL RITO ATTORNO AL FUOCO
Così, anche se in quella notte il cielo si riempirà di nuvole e rovescerà, inclemente, le sue acque torrenziali su queste terre al confine, sulle ville slave, dove un tempo si parlava lo slavo arcaico e oggi il friulano, sui falò propiziatori dell'Epifania, il Vjeli, al secolo Giordano Marsiglio, si avvierà comunque, piano piano, con le scarpe di pezza ai piedi, dalla piazza di Tarcento, alle 18.30, con le fiaccole accese, da viale Marinelli, per raggiungere mezz'ora dopo la grande pira di Coja. Non importa se pioverà o se nevicherà. Lui, l'uomo con la folta barba bianca che legge i segni della natura, che scruta serio il cielo e i corsi d'acqua cercando risposte a mille eterni perché, non si farà spaventare dal maltempo.
Il falò sarà acceso, con le fiaccole, quelle portate dai bambini, simbolo dell'innocenza, del nuovo, del futuro e della speranza. Da quella pira infuocata, sulle alture della Riviera di Coja, cui seguirà l'accensione di altri 15 pignarui tra Tarcento, Magnano in Riviera (oggi alle 18.30) e Lusevera (il 6 alle 18.30), che sarà svelato il vaticinio, tutto pagano, del 2018: i destini che ci attendono, nel bene e nel male, nei prossimi 12 mesi. A nessuno, in paese, nella valle, importa del meteo. Il rituale della lettura delle fiamme, del fumo e delle faville del falò del 6 gennaio è più importante di un ombrello, del freddo e del vento. Permane, qui più che altrove, in Friuli, quel senso di unione attorno al fuoco, nei giorni più bui e più corti delle stagioni, nella testarda certezza che il nuovo anno, appena iniziato, porterà solo che bene. E che darà coraggio e forza, in ogni caso, pure nelle avversità, anche se il vaticinio del Vjeli non sarà clemente, ma crudo e doloroso.
I FUOCHI DI OGGI
I falò cominciano ad ardere già oggi. A Strassoldo di Cervignano alle 19 c'è il pignarul nel parco di Villa Vitas, alle 19 e sempre a Cervignano un altro falò arde lungo il corso dell'Ausa dopo una camminata che parte alle 18. Ad Arta Terme si brucia La Femenate: si inizia la festa alle 18 e si dà alle fiamme la vecchia alle 21, a Piano d'Arta. Sempre La Femenate andrà in cenere in Val d'Incarojo, a Paularo, nelle frazioni di Casaso e Dierico, alle 20, in competizione con Arta, anche per l'identico nome del falò. A Lignano c'è la foghera alle 17.45 a cura del gruppo Ana. A Villa Vicentina alle 17 c'è la benedizione dei bambini e alle 18 si dà fuoco alla cabossa nel posteggio di fronte alla chiesa. A Pulfero brucerà il Kries, a Mersino, alle 19; a Rivignano Teor spettacolo dell'incendio sul fiume ad Ariis con falò, fuochi d'artificio e fiaccolata sul fiume. A Visco pignarul alle 19 con rinfresco caldo offerto nella sede degli alpini. A Jalmicco di Palmanova festa col falò alle 19. A Latisana unico e magico lo spettacolo della Foghera Tal Tiliment, il falò che galleggia sul grande fiume: dalle 18 in poi e fino alle 22. I fuochi del 6 A Palmanova vicino a Porta Cividale festa col falò e con la befana dalle 19.
Sabbionera di Latisana accensione della pira e, sempre a Latisana, 32° edizione della Foghera di Latisanotta, con musica e gastronomia locale. Ad Aquileia c'è la festa della cabossa in via Augusta, alle 18. A Battaglia di Fagagna l'evento si chiama Brusà l'Avent, con la pira che sarà incendiata alle 19. Buttrio dà fuoco alla fugarele alle 17.30 nel posteggio vicino al Bravi Market. Gemona brucia il medili epifanico dalle 18 con tanto di arrivo dei Magi e previsioni per il nuovo anno. Anche a Montenars c'è il fuoco del panerili alle 18. Pasian di Prato festeggia la 12esima notte con il 45° Pan e vin de Pifanie alle 18.15 dopo un'intensa giornata di eventi e incontri. A Terzo di Aquileia il pignarul si accende alle 17.30 mentre alle 18.29 lo si dà alle fiamme a Manzano per la 42° edizione della Grande Fugarele de Pifanie. A Codroipo c'è il fogheron di Jutizzo, alle17; grande falò anche a Pagnacco. A Udine fuochi nella contea di Cussignacco, frazione Sant'Ulderico via Baldasseria Bassa.
Paola Treppo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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