Falsi prosciutti Dop, altri 37 indagati

Giovedì 30 Agosto 2018
Falsi prosciutti Dop, altri 37 indagati
L'INCHIESTA
PORDENONE Sono 37 gli allevatori coinvolti nella seconda tranche dell'inchiesta della Procura di Pordenone sulla contraffazione dei prosciutti Dop di San Daniele e delle produzioni legati al marchio Aqua. Il decreto di conclusione delle indagini è stato notificato alle parti, comprese le 14 società agricole che, secondo gli accertamenti dei carabinieri del Nas e degli ispettori dell'Ispettorato repressione frodi di Udine, avrebbero destinato ai prosciuttifici cosce di suini non conformi al disciplinare del Dop per quanto riguarda il peso e la razza. Le macellazioni, accertate tra il 2016 e il 2017, riguardano Duroc danesi o maiali il cui peso vivo era superiore al consentito, che è fissato in 176 chilogrammi.
IL REATO
A tutti è stato contestato il concorso in frode aggravata nell'esercizio del commercio e la contraffazione di indicazioni geografiche o denominazione di origine dei prodotti agroalimentari, reati per i quali è competente il giudice monocratico. Ci sono volute 85 pagine per contenere i capi d'imputazione e le indicazioni relative ai tatuaggi dei suini macellati nell'impianto del Gruppo carni friulane di Aviano senza rispettare le regole e certificando falsamente che le cosce erano idonee per la stagionatura nei prosciuttifici di San Daniele. Tra le parti offese indicate dalla Procura vi sono i principali prosciuttifici sandanielesi, a cui si aggiungono il Consorzio del prosciutto di San Daniele e l'associazione Codici Onlus. Molte cosce sono state vendute anche ai prosciuttifici Sanbon e Testa&Molinaro, le due società di Stefano Fantinel, indagato nel troncone principale, quello in cui il pm Marco Brusegan ipotizza il reato associativo per otto posizioni. Fantinel si è sempre proclamato una vittima del meccanismo, ma per la Procura le sue aziende erano un ingranaggio del sistema legato al Gruppo carni friulane.
LE DIFESE
Gli allevatori che hanno ricevuto il decreto di conclusione delle indagini avranno venti giorni di tempo per concordare con i propri legali la linea difensiva. Affrontare il processo per dimostrare la propria estraneità alle accuse? Patteggiare? Chi ha fatto ricorso al Tribunale del riesame per ottenere il dissequestro dei prosciutti non ha avuto alcuna soddisfazione e, nel caso si vada a processo con una inevitabile battaglia di perizie, il pronunciamento dei giudici che hanno respinto i dissequestri potrebbe incidere a sfavore. La cosa certa è che l'inchiesta ha sconquassato il mondo degli allevatori, alcuni dei quali incappati a loro insaputa o ingenuamente nelle irregolarità emerse dalle indagini. Non sono mancati i casi in cui gli stessi allevatori, proprio per le conseguenze dell'inchiesta, hanno abbandonato la filiera del Dop.
GLI ALLEVATORI
Il primo troncone dell'inchiesta riguardava 24 tra imprenditori, allevatori, dipendenti del Gruppo carni friulane, veterinari e ispettori del Dop. La seconda parte ha invece coinvolto Giuliano Avoledo, 59 anni, di Spilimbergo; Bruno Di Giorgio (69) e Nadia Di Giorgio (50) di Remanzacco; Silvio Marcuzzo (42) di Buja; Tiziano Pascutto (61) di San Giorgio della Richinvelda; Flavio Stel (57) di Codroipo; Michele Stel (34) di Codroipo; Daniela Di Giusto (65) di Buja; Alessandro Flebus (47) di Povoletto; Ilena Muradore (43) di Povoletto; Antonio Bressan (67) di Gradisca d'Isonzo; Oriano Montina (62) di Gradisca d'Isonzo; Francesco Bressan (41) di Gardisca d'Isonzo; Enrico Malpaga (36) di San Canzian d'Isonzo; Giuseppe Mansutti (32) di Udine; Lino Mazzolini (58) di Villa Santina; Paola Fasiolo (53) di Villa Santina; Francesco Salvador (56) di Valvasone Arzene; Roberto Cinausero (50) di San Martino al Tagliamento; Gabriella Dell'Anna (69) di Valvasone Arzene; Adriano Martin (51), Roberto Martin (53) e Giorgio Martin (41) tutti di San Quirino; Michele Zanini (47) e Lorenzo Zanini (53) di Pocenia; Gianni Contarini (39) di Udine; Doriana Bertin (62) di Travesio; Giuliano Bortolotto (52) di Prata di Pordenone; Nicola Zanin (26) di Torre di Mosto; Lorenzo Piva (47) di Terzo d'Aquileia; Franco Nodari (60) di Bordolano (Cremona); Armido Gemin (78) di Vedelago; Ugo Pontello (65) di Fagagna; David Pontello (37) di San Daniele; Domenico Mansutti (64) di Udine; Manuel Movio (32) di Precenicco; Angelo Flebus (58) di Povoletto. Alle posizioni individuali si aggiungono 14 società, tutte riferibili agli indagati e chiamate in causa per quanto riguarda la responsabilità amministrativa.
Cristina Antonutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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