«Ex Bertoli, non case ma nuovi negozi»

Sabato 17 Marzo 2018
«Ex Bertoli, non case ma nuovi negozi»
IL CASO
UDINE Urbanisticamente parlando, è un buco nero alle porte di Udine. Oltre undici ettari dal futuro ancora incerto, fra via Molin Nuovo, via Fusine e via Cromazio, l'equivalente di quasi sedici campi da calcio messi insieme che non trovano acquirenti, nonostante due aste già esperite. Con, in più, il nodo della bonifica del cemento amianto, che ha portato davanti al Tar il Comune e la Procedura del concordato. Intanto, la stessa Procedura vorrebbe proporre al Municipio uno studio urbanistico che favorisca l'acquisto del comparto. Ma andiamo con ordine.
Il liquidatore giudiziale della società proprietaria, la Progetto Udine srl, in concordato preventivo in fase di liquidazione, ha già messo in vendita non una, ma due volte l'area, compresa nell'ambito di riqualificazione urbanistica di Molin Nuovo, che interessa il comparto delle ex acciaierie Bertoli. Ma, dopo la prima asta che si è conclusa a giugno 2017 senza acquirenti, anche la seconda, «svoltasi il 15 novembre» davanti al notaio «è andata deserta per mancanza di offerenti», come fa sapere lo studio del liquidatore, il professor Giuliano Buffelli di Bergamo. Il compendio immobiliare di circa 112.910 metri quadri (composto da un'area edificabile e da un capannone industriale), che nella prima gara era stato posto in vendita con prezzo base di 10,135 milioni, pari al valore di stima del bene, nella seconda asta è stato offerto con prezzo base ridotto del 15% (quindi 8,614 milioni), ma anche il secondo tentativo si è chiuso con una fumata nera. E ora la procedura punta a una modifica della destinazione d'uso originariamente prevista, che avrebbe voluto far sorgere in quell'area soprattutto case e palazzine, oltre a edifici destinati al terziario. Come spiega l'avvocato della procedura, Aldo Algani, «attualmente la previsione per l'area è soprattutto di tipo residenziale. È interesse della procedura proporre al Comune di Udine un cambio di destinazione d'uso per poter facilitare la vendita finora risultata impossibile». E aggiunge che la procedura è «sensibile a proporre uno studio urbanistico che favorisca l'acquisto del fondo da parte di terzi». L'idea della Procedura, prosegue il legale, sarebbe che «l'area possa diventare prevalentemente commerciale». L'idea, quindi, aggiunge, è di dialogare con l'amministrazione su questa proposta «prima di procedere ulteriormente alla vendita all'asta».
Sullo sfondo, il nodo-bonifica. Il Comune, infatti, a dicembre scorso, ha trasmesso un'ingiunzione di intimazione al compimento di opere di bonifica dei capannoni contenenti amianto nell'area ex Bertoli, di proprietà della Progetto Udine srl. Ma il liquidatore giudiziale e il commissario giudiziale del concordato preventivo omologato della società, assistiti dall'avvocato Algani di Bergamo e dal suo collega Volli di Trieste, a gennaio hanno notificato a Palazzo D'Aronco il ricorso con cui hanno impugnato al Tar questo atto. L'avvocato Algani chiarisce che si tratta di «un ricorso tecnico. Per una ragione di carattere giuridico, il provvedimento non è eseguibile da parte della procedura di concordato preventivo, che svolge le funzioni di gestione e amministrazione volte al possibile soddisfacimento dei creditori». Di diverso avviso il legale dell'Avvocatura comunale, Giangiacomo Martinuzzi: «Secondo noi la Procedura è obbligata a fare la messa in sicurezza dell'amianto». Come emergerebbe dalle relazioni dei periti della procedura agli atti, le opere di bonifica, iniziate nel 2010, «hanno interessato un'area pari a circa 15.500 metri quadri. Attualmente ogni attività è interrotta» (per lo stato di avanzamento lavori si faceva riferimento ad atti del 2016). Fra gli «elementi di criticità» segnalati dai periti all'epoca sarebbe stata rilevata la presenza di un capannone «quasi interamente realizzato in cemento amianto» e «la giacenza all'interno del capannone del materiale di rifiuto rimosso stimabile in circa 9.800 tonnellate, per la bonifica dei lotti L1 e L2 localizzati nella porzione ovest, in prossimità della via Cromazio d'Aquileia».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci