Debuttano gli anticorpi monoclonali, le armi alternative

Sabato 20 Marzo 2021
Debuttano gli anticorpi monoclonali, le armi alternative
LA NOVITÀ
PORDENONE E UDINE Il giorno uno di una nuova forma di lotta al Covid. Da ieri anche il Friuli Venezia Giulia può contare sugli anticorpi monoclonali, la potente arma contro il nemico che può arginare gli effetti della malattia se somministrata in modo precoce. «Il Fvg - ha spiegato la Regione - garantisce cure con gli anticorpi monoclonali: partiamo dall'ospedale di Udine con questo trattamento che si è dimostrato strumento importante per ridurre la carica virale delle persone infette e quindi contribuire a ridurre il tasso di ospedalizzazione». La cura può venire somministrata entro i primi dieci giorni dalla comparsa dei sintomi nei pazienti con sintomatologia lieve o moderata che presentino determinati fattori di rischio indicati dall'Agenzia italiana del farmaco, tra cui l'obesità.
L'azienda Biofarma di Mereto di Tomba (Ud), invece, ieri ha presentato il suo nuovo test salivare, «le cui caratteristiche di affidabilità sicurezza e velocità lo rendono un'arma importante», ha commentato il presidente Fedriga. Ha collaborato l'AsuFc. «Si tratta di un test molecolare che presenta un'affidabilità maggiore rispetto all'attuale gold standard, ovvero il tampone nasofaringeo - ha sottolineato Fedriga - e oggi possiamo essere orgogliosi di proporre un prodotto che sarà in grado di cambiare in meglio la possibilità di tracciamento». I principali vantaggi del sistema diagnostico salivare si traducono in semplicità di somministrazione, velocità e ripetibilità di prelievo, nessuna invasività per chi si deve sottoporre al test, sicurezza per gli operatori sanitari ed elevata affidabilità grazie alla maggiore sensibilità clinica nel rilevamento del virus. «La disponibilità di questo nuovo sistema diagnostico - ha evidenziato il vice Riccardo Riccardi - è un grande risultato». Il sistema diagnostico è pronto e disponibile per essere utilizzato in modo esteso, partendo proprio dal Fvg. Nel dettaglio l'innovazione del sistema diagnostico si basa sull'utilizzo di un nuovo liquido reagente che consente di trasportare e conservare più a lungo i campioni da tampone per Covid-19, riducendo al minimo le variazioni ambientali del materiale di analisi e consentendo un aumento della sensibilità clinica del test molecolare del 12% rispetto ai tamponi naso faringei. Il liquido fissa e conserva l'Rna del virus e lo rende inattivo, consentendo agli operatori sanitari di condurre le analisi in sicurezza. Il tampone salivare possiede un'elevata sensibilità, pari al 95%, e una specificità del 97,5%. Con queste caratteristiche è realmente un'arma in più per tenere sotto controllo l'andamento del contagio, specialmente in un momento in cui tornano a crescere i casi. La produzione iniziale sarà di 40mila test settimanali per arrivare in 15 giorni a quota 120mila.
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