Conti a rischio, la Regione va in pressing sul Governo

Venerdì 27 Marzo 2020
I RIFLESSI DEL COVID
UDINE «La nostra pressione politica con il Governo e in Conferenza delle Regioni è massima. Abbiamo bisogno di immediate garanzie da parte del Governo. A oggi non abbiamo assistito ad aperture da parte dell'Esecutivo nazionale, maggiormente concentrato ad affrontare le questioni sanitarie».
L'assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli, sintetizza così l'azione messa in atto dal Governo regionale per far fronte, in prospettiva, al realistico calo di entrate per il bilancio Regione. Una cassa che si alimenta con parte delle imposte che i cittadini pagano allo Stato e con quelle regionali, sostenendo servizi essenziali, primo su tutti il sistema sanitario.
I CONTI
«Le disponibilità finanziarie della Regione si attestano in 5.5 miliardi di entrate tributarie, dalle quali dobbiamo decurtare 726 milioni di euro nel 2020 quale contributo della Regione Fvg alla finanza pubblica dettagli l'assessore -. Il bilancio regionale si alimenta con compartecipazioni al gettito dei tributi erariali nella misura del 5.91 decimi ed entrate proprie (Irap e addizionale Irpef per 750 milioni), ma a differenza delle regioni che attingono finanziamenti statati, ci paghiamo integralmente la sanità, destinando alla sola spesa corrente sanitaria 2.4 miliardi».
In questo quadro «di emergenza sanitaria senza precedenti e di crisi economica di straordinaria gravità», prosegue l'assessore, «non possiamo pensare che Regioni virtuose come la nostra, che hanno storicamente contribuito più di tutte le altre speciali alle casse dello Stato, che hanno già gran parte delle risorse finanziarie destinate a pagare i servizi sanitari e che devono fronteggiare l'emergenza, si trovino in una posizione ancor più di difficoltà finanziaria rispetto ad altre».
Difficoltà, puntualizza l'assessore che ogni giorno deve stare attenta a come gestisce i cordoni della borsa, che «sono immediate: basti pensare ai 5 milioni di euro dati l'altro ieri alla Protezione civile regionale quando dovrebbe provvedere lo Stato. Ma anche differite ai prossimi mesi, perché legate al minor gettito fiscale che seguirà alla contrazione dei volumi di affari delle attività produttive». Prudenzialmente Zilli evidenzia che «la permanenza di un quadro epidemiologico complesso e senza soluzione nel breve periodo ci fa ritenere che non sia ancora arrivato il tempo delle proiezioni, neanche per quanto attiene le disponibilità finanziarie della Regione».
NO AL RICORSO AL DEBITO
Tuttavia, per il futuro occorre sapere che «le Regioni, a differenza dello Stato, non possono ricorrere al debito per finanziare spese di parte corrente, che sono proprie quelle necessarie a garantire liquidità al sistema regionale in questo momento». La Regione, precisa l'assessore, «ha anche contattato Cassa depositi e prestiti e il mondo delle banche, ma nonostante il nostro Rating sia altissimo AA+ certificato da Ficht -, non c'è disponibilità a prestare denaro alla Regione per spese correnti».
Che fare, allora? «La soluzione è che lo Stato autorizzi le Regioni a contrarre debito per spese correnti ovvero che contragga lui debito da trasferire poi alle Regioni».
È già stata avanzata la richiesta di utilizzare l'avanzo di bilancio e che l'Agenzia delle Entrate congeli il pagamento del bollo auto. «Siamo in attesa di riscontro», prosegue Zilli, anticipando che «la partita si giocherà spero nei prossimi giorni, con il duplice impegno di garantire liquidità immediata al sistema ma anche di sostenere la ripresa visto che gli effetti negativi di questa catastrofe si registreranno anche nel bilancio 2021».
IN CONSIGLIO
Per continuare ad affrontare l'emergenza, lunedì arriverà in Consiglio regionale il disegno di legge cui ieri le commissioni IV, II e V hanno dato il via libera, con provvedimenti che possono «mettere a disposizione 200 milioni», conclude Zilli.
Alcune azioni regionali, però, sono già finite nel mirino, come il sostegno sotto forma di credito d'imposta, pari al 20%, per gli affitti di marzo e aprile di negozi e botteghe. «La montagna ha partorito il topolino», ha commentato il presidente di Confesercenti Udine, Alberto Cicuta.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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