Consigliere aggredito vertice sulla sicurezza

Venerdì 3 Luglio 2020
IL CASO
UDINE In Borgo stazione, dopo l'aggressione al consigliere comunale leghista Paolo Foramitti, che ha rimediato 21 giorni di prognosi e il sospetto di quattro costole incrinate, si va verso un nuovo giro di vite. La linea sarà dettata oggi dal Prefetto, assieme alle forze dell'ordine e alle autorità nel comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Come spiega lo stesso rappresentante del Governo, Angelo Ciuni, il tavolo era già stato fissato, «lo avevo convocato per discutere di altri argomenti, ma cade a fagiolo dopo quello che è accaduto al consigliere. Ne dobbiamo parlare tutti insieme». A chiedere la presenza di più agenti e per più tempo nel quartiere, per evitare che diventi il «Bronx» di Udine, era stato il sindaco Pietro Fontanini subito dopo il fatto. E lo ha ribadito ieri al Questore, «che mi ha chiamato per esprimermi la vicinanza», lo stesso Foramitti, che ha presentato una formale denuncia ai carabinieri, allegando il referto dell'ospedale «che mi ha dato una prognosi di 21 giorni per la sospetta incrinatura di quattro costole», dopo l'aggressione subita da un pakistano ubriaco.
IL PREFETTO
«Una maggiore presenza di Polizia e Carabinieri, la vorremmo tutti. Il problema è che le risorse umane sono molto poche, come si sa, purtroppo. Non dimentichiamoci che siamo ancora nel periodo di osservazione e controllo per le misure anti-covid», rammenta Ciuni. Ma l'episodio avvenuto in via Leopardi all'ora di pranzo di mercoledì, in pieno giorno, aggiunge, sarà oggetto di una riflessione a più voci per elaborare una strategia comune e dare risposte ai cittadini. «Ci si ragionerà sopra tutti insieme e si vedrà di trovare soluzioni intermedie. Se potenzieremo i controlli? Non ho ancora un'idea chiara. Ne discuteremo in comitato».
FORAMITTI
«Al Questore - dice Foramitti - ho detto che va cambiata la strategia. Non è accettabile un'aggressione simile in pieno giorno. È troppo tempo che noi abitanti siamo costretti a vedere certe cose. Mi sono candidato per cercare di cambiare le cose da dentro per questa zona, ma purtroppo vedo che la situazione sta peggiorando. È necessario un approccio diverso. Da tempo chiediamo una maggiore presenza di agenti nei momenti critici, di solito verso sera. Chiediamo che non si lascino bere queste persone in modo incontrollato. Da consigliere, ho dato la mia disponibilità». La minoranza dice che la giunta Fontanini ha speso tanto per la sicurezza ma i risultati non si vedono. «La minoranza di oggi, quando era maggioranza, ha avuto le sue colpe: per 10 anni non hanno fatto niente, noi stiamo cercando di fare qualcosa. Purtroppo, i risultati non ci sono. Vuol dire che o non basta o va adoperata un'altra strategia. Tutte le spese deliberate devono essere messe in opera: telecamere, illuminazione, ma soprattutto più forze dell'ordine e non vigilantes privati, anche perché nei casi veramente critici non possono intervenire», sostiene. Il paradosso, dice è che «mercoledì, quando ero in pronto soccorso, alle 17 mi sono visto passare davanti il pakistano che mi aveva aggredito e l'ho visto uscire tranquillamente. Il questore stamattina mi è confermato che era a piede libero. Lo trovo inaccettabile».
I CONTI IN TASCA
A fare i conti in tasca alla giunta è la consigliera dem Eleonora Meloni, che ha messo in fila i soldi spesi in questi due anni. La sua lista inizia nel 2018, quando Fontanini annunciò «la volontà di istituire un servizio di vigilanza privata in affiancamento alla Polizia locale, con una sperimentazione di 4 mesi, da ottobre 2018 a febbraio 2019, con tre coppie di guardie giurate». Totale della spesa prevista a bilancio: 67mila euro per il 2018 e 22.350 per il 2019. «A marzo 2019 il Comune estende il servizio di vigilanza, da aprile a dicembre 2019, con il contributo della Regione, per monitorare borgo stazione, parchi e zone vicine alle scuole. La delibera di variazione di bilancio indica 152mila euro di contributo regionale». Si passa da tre coppie di guardie a due. A marzo scorso, nuovo accordo con Sicuritalia, per un servizio di vigilanza fino al 31 dicembre 2020. Investiti circa 150mila euro regionali.
«A giugno 2020 - conclude Meloni - la giunta destina 673mila euro per 67 nuove telecamere di ultima generazione» da aggiungere ai 75 impianti attuali. Nel calderone, poi, la dem, mette anche i soldi (sempre di provenienza regionale) per finanziare gli impianti di sorveglianza dei privati. Alla fine, Meloni tira la riga, fa la somma e conclude: «La ricetta di Fontanini per la sicurezza in città si riassume in tante spese, niente soluzioni. Facendo due rapidi conti, superiamo ampiamente il milione di euro tra vigilantes e telecamere, speso dalla giunta della Lega. Ma di fatto niente che abbia avuto reale efficacia. La prova che buttare soldi a pioggia serve a farsi pubblicità, sulle spalle e le tasche dei cittadini. Ma non a fare sicurezza», sostiene Meloni.
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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