Comparto unico, c'è il nuovo contratto

Giovedì 20 Settembre 2018
Comparto unico, c'è il nuovo contratto
LAVORO
UDINE Ora manca solo il via libera della Corte dei Conti e poi il contratto collettivo del Comparto unico non dirigente per il triennio 2016-2018 sarà realtà, anche se i sindacati prevedono che per gli arretrati in busta paga bisognerà aspettare novembre, anziché ottobre come sperato. Sono però già cominciate le manovre per quello 2019-2021. La Giunta regionale, su proposta dell'assessore alla Funzione pubblica Sebastiano Callari, si è espressa a favore della delibera che autorizza la sottoscrizione del contratto, dopo che nell'assestamento di Bilancio a luglio il Consiglio aveva provveduto a garantire la copertura di un milione, rispondendo così ai rilievi presentati proprio dalla Corte dei Conti di cui ora si attende il via libera. A livello economico, gli arretrati che arriveranno (a valere da gennaio 2016) costituiranno il saldo della quota che in parte è stata già erogata. «Con l'entrata in vigore effettiva del contratto si attuerà non solo l'aspetto economico, ma anche gli aspetti giuridici che ne costituiscono una parte estremamente innovativa, anzi inedita nel settore afferma la segretaria regionale della Funzione pubblica Cgil, Mafalda Ferletti -, come ad esempio il Fondo che riunisce una quota per la progressione orizzontale e una per la produttività vera e propria». Tra le altre particolarità che diventeranno concrete dopo tanto scritto e parlato, ci saranno la cessione delle ferie a colleghi che hanno particolari necessità e un'articolata tipologia di permessi. Riguardo al primo punto, i dipendenti del comparto potranno cedere, in maniera irrevocabile e a titolo gratuito, un numero di giorni di ferie da loro maturate in misura non superiore a 5 in un anno ad altri dipendenti dello stesso datore di lavoro, qualora i colleghi abbiamo fruito di tutte le proprie ferie annuali e al fine di consentire di assistere i figli minori che per particolari condizioni di salute necessitino di cure costanti. A caratterizzare i prossimi mesi, però, non sarà tanto l'attuazione del nuovo contratto che arriva alla fine del triennio di riferimento -, ma l'avvio della battaglia sindacale per la stesura e l'approvazione del nuovo contratto, quello per il triennio 2019-2021. «Contestualmente alla firma sotto di questo nuovo contratto, daremo già la disdetta», anticipa infatti Ferletti, poiché «la parte sindacale è già concentrata sulle attese per il nuovo documento». Possibile che quello che sta arrivando in porto non abbia caratteristiche tali da poter essere replicato? «No» è la risposta senza esitazioni della sindacalista, poiché «sarà necessaria una revisione sicuramente sul fronte economico e agiremo per ottenere ciò che sin qui non abbiamo ottenuto». Per questo Ferletti auspica, come è avvenuto per le trattative passate, che «si dia vita a una piattaforma comune tra i sindacati», al fine di mettere a fuoco gli obiettivi già nei prossimi mesi da sottoporre alla controparte. E' tuttavia chiaro che, come specificato dall'articolo 2 del contratto in via di firma definitiva (la preintesa è stata siglata nel marzo del 2018), le disposizioni previste dal documento 2016-2018 resteranno «integralmente in vigore» fino a quando non saranno sostituite dal successivo contratto collettivo.
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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