Commercianti, è corsa alle armi

Mercoledì 22 Novembre 2017
DOPPIA INDAGINE
UDINE Gli imprenditori del Friuli Venezia Giulia si sentono sempre meno sicuri e reagiscono a questo clima con la volontà di compare un'arma. Se sul primo dato non c'è poi da stupirsi, il secondo è impressionante: in regione, il 22% di chi ha un'attività pensa di dotarsi di armi per difendersi, una percentuale doppia rispetto alla media nazionale, cui si aggiunge un 8% che già la possiede (questo, in linea con i numeri italiani).
SICUREZZA PERCEPITA
È il quadro che emerge da un'indagine di Confcommercio con Gfk Italia sui fenomeni criminali, che è stata presentata ieri nella sede dell'associazione di categoria udinese. La ricerca è stata fatta su base nazionale, coinvolgendo 4.500 imprese, ma contiene anche dati riferiti alle singole regioni. «È un dato che fa riflettere ha commentato ieri il questore del capoluogo friulano, Claudio Cracovia - ma bisogna anche considerare i meccanismi motivazionali che hanno spinto a questa risposta: alle volte si tratta di risposte emozionali, di pancia, dovute ad una particolare situazione».
Per quanto riguarda il Fvg, i numeri che emergono rimandano una situazione preoccupante, anche se nella maggior parte dei casi la media regionale è migliore rispetto a quella nazionale. Qui, un imprenditore su quattro è convinto che la sicurezza per la propria attività sia peggiorata rispetto all'anno scorso (in Italia, uno su tre): tra i crimini che sarebbero aumentati di più, ci sono l'abusivismo (per il 39% degli intervistati), i furti (per il 37%), le contraffazioni (per il 36%) e le rapine (per il 30%). Molto limitati, invece, i problemi di usura ed estorsione (che sono cresciuti rispettivamente per l'8 e per il 13%).
IL TACCHEGGIO
In Fvg, inoltre, l'esperienza (diretta o indiretta) con la criminalità appare inferiore alla media italiana: 9% contro il 23%. In compenso, tra gli atti criminali più diffusi in regione c'è il taccheggio: 6 imprenditori su 10 ne sono stati vittima, il 59% cioè un dato di molto superiore al 43% nazionale. Non solo, il 40% di essi ne ha subito più di uno. L'80% degli intervistati ha messo in atto misure per la sicurezza della propria attività (telecamere, assicurazioni, vigilanza privata), ma ritiene che le iniziative più efficaci per garantirla sarebbero la certezza della pena (e un inasprimento della stessa) e una maggior protezione da parte delle forze dell'ordine, con cui, comunque, c'è un buon rapporto di fiducia: il 48%, infatti, denuncia gli atti criminali di cui è stato vittima contro una media nazionale che si ferma al 28%. La maggioranza delle imprese intervistate ritiene che le leggi contro questi fenomeni siano poco o per niente efficaci.
I FALSI
Accanto a questa indagine, la Confcommercio Fvg ha commissionato un'altra ricerca a Format Reasearch in merito ai fenomeni di contraffazione e abusivismo in regione: il 61% delle 400 imprese del commercio al dettaglio, turismo e servizi, coinvolte nel sondaggio, ritiene di essere stato danneggiato almeno una volta da questo tipo di azioni illegali, che tra l'altro colpiscono soprattutto le aziende più piccole. Tre imprese su quattro, inoltre, ritengono che il fenomeno dell'illegalità sia in progressiva crescita, al di là dell'andamento dell'economia, e in questo caso sono soprattutto le strutture ricettive a mostrare malcontento superiore alla media (spesso dovuto alle forme di illegalità che si sviluppano sul web).
LIVELLI DI ILLEGALITÀ
Con riferimento al territorio su cui opera la propria attività, il 42% degli operatori ritiene in aumento l'illegalità (soprattutto nelle province di Udine e Pordenone) e il 44% la ritiene immutata rispetto all'anno precedente. A preoccupare sono soprattutto gli effetti legati alla concorrenza sleale (per il 72% degli intervistati), la riduzione di ricavi e fatturato (64%) e le spese per l'acquisto di servizi di sicurezza (per il 10,2%). Infine, anche questa ricerca conferma il dato della poca fiducia nelle leggi a contrasto dei reati: secondo il 72% non sono efficaci. Un giudizio condiviso soprattutto nelle province di Gorizia e Pordenone.
Alessia Pilotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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