Ciuni: guardia alta su ogni fenomeno che può portare a situazioni rischiose

Sabato 22 Febbraio 2020
Ciuni: guardia alta su ogni fenomeno che può portare a situazioni rischiose
ISTITUZIONI
UDINE «A mio parere ogni fenomeno che potrebbe portare alla scoperta di situazioni a rischio deve far pensare e tenere alta l'attenzione». Parola del prefetto di Udine, Angelo Ciuni. Il rappresentante del Governo nel capoluogo friulano non si esprime, ovviamente, nel merito sulla vicenda di casa Malala, che ha acceso i riflettori anche in regione sulle cosiddette multinazionali dell'accoglienza, ma parla in linea generale di un fenomeno che a suo parere va monitorato.
A TRIESTE
Per ora a Casa Malala la gestione resta affidata, «in proroga», come chiarisce Gianfranco Schiavone del consorzio Ics (la realtà che se ne occupa assieme alla Fondazione Caritas Trieste), «fino al subentro del nuovo gestore». Schiavone non nasconde le sue preoccupazioni per il futuro, peraltro già esplicitate: «Siamo preoccupatissimi. Un sistema di eccellenza come quello triestino rischia di avere una caduta». Per parte sua, il prefetto di Trieste Valerio Valenti si limita a riferire lo stato dell'arte per la verifica della presunta anomalia nell'offerta proposta da Ors Italia, con un ribasso del 14% sul costo ipotizzato nel bando. Per ora, spiega, «nessuna novità. La procedura è in corso. Ci vorrà ancora del tempo».
A UDINE
Il primo cittadino leghista di Udine (dove Ors Italia ha presentato un'offerta a suo tempo per la gestione della Cavarzerani ma non ha vinto) Pietro Fontanini non sembra turbato dall'arrivo dei colossi dell'accoglienza. «Abbiamo chiuso tutte le esperienze fatte dalla precedente amministrazione. Adesso, l'accoglienza ce l'ha in mano la Prefettura, che fa i bandi. Noi non abbiamo in mano nulla di questo. Io mi interesso dei miei, dei locali, di chi è residente in questo territorio e ho già i miei problemi. L'unica cosa che mi rimane sono i minori stranieri non accompagnati. Ma, nel loro caso, non ci sono delle multinazionali che vincono i bandi, ma realtà locali a cui affidiamo queste persone». Archiviato (almeno per ora) il problema delle risorse, visto che «la Prefettura ci ha restituito quanto avevamo anticipato e abbiamo incassato e anche la Regione ci ha dato dei fondi», resta comunque sempre vivo il tema costi. «I minori stranieri non accompagnati - dice Fontanini - ci costano parecchio perché le tariffe sono molto alte. Negli ultimi mesi i costi delle rette sono un po' diminuite, ma si viaggia ancora sugli 80 euro al giorno. È un bel business insomma. Ne abbiamo in carico circa 180: la legge dice che se li troviamo sul nostro territorio dobbiamo ospitarli e istruirli». Il sindaco rilancia un tema che gli sta a cuore: «Bisognerebbe una volta per tutte svelare gli accompagnamenti falsi - sostiene - fatti da genitori, soprattutto quelli che vivono in Bosnia, nei Paesi della ex Jugoslavia o in Albania, che portano i loro figli in Friuli a studiare a spese della collettività nostra. Perché arrivano qui, vengono ospitati, frequentano le nostre scuole, raggiungono il diploma e quando raggiungono la maggiore età hanno un'istruzione pagata dai cittadini del Friuli Venezia Giulia». «Queste - sostiene - sono scorrettezze. Io sarei molto più drastico. Quando un ragazzo arriva, mettiamo, dalla Bosnia e mi dice che scappa, ma da cosa scappa? E perché dovremmo accoglierlo? Che torni a casa sua: al limite gli do il biglietto per tornare a casa e magari lo accompagno al treno». Insomma, secondo lui, «se un minore viene da un Paese non in guerra, sarebbe giusto accompagnarlo a casa sua oppure mettersi in contatto con le istituzioni del suo Paese e chiedere che lo riprendano grazie agli accordi bilaterali che si potrebbero fare. Con Paesi come la Bosnia e l'Albania che hanno molti rapporti con l'Italia, penso che si potrebbero fare».
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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