Cecotti: «A Roma va data la metà dei soldi»

Domenica 18 Febbraio 2018
Cecotti: «A Roma va data la metà dei soldi»
IL PROGRAMMA
UDINE Primo passo «indispensabile e imprescindibile»: rinegoziare i patti finanziari con Roma, per «riprenderci parte dei 700 milioni che annualmente trasferiamo allo Stato per abbattere il debito pubblico che, per altro, non cala. Per popolazione il Friuli Venezia Giulia pesa in Italia circa il 2%, ma contribuisce alla finanza pubblica per il 5%. Le proporzioni vanno reiquilibrate».
È il primo punto del programma per le elezioni regionali del Patto per l'autonomia, guidato dal candidato presidente Sergio Cecotti. Il già presidente della Regione e due volte sindaco di Udine al Teatro San Giorgio di Udine ha firmato in pubblico l'impegno che si era già assunto con il Patto agli inizi dell'anno, come anticipato dal Gazzettino l'11 gennaio, ovvero l'accettazione della candidatura.
Un'accettazione avvenuta a fronte di un movimento che in questi mesi si è irrobustito, formato, strutturato, che parteciperà persino alle elezioni politiche del 4 marzo e che quindi in poco tempo ha dato prova, nella visione di Cecotti, di avere nerbo. Quanto basta da provare a scalare il Consiglio e la Giunta regionali per una terza via tra Centrosinistra e il Centrodestra che ha guidato le ultime due legislature.
RINEGOZIARE
«Ci sono dei momenti in cui devi fare ciò che è giusto, non ciò che conviene. Si è in uno di questi», ha motivato Cecotti la ridiscesa in campo dopo dieci anni in cui era tornato alla docenza di fisica alla Sissa di Trieste. Per fare esattamente cosa lo dice il programma che il Patto per l'autonomia ha già steso e che ha come presupposto «la rinegoziazione dei patti finanziari con lo Stato», conferma il presidente della formazione Markus Maurmair.
Riequilibrate le casse regionali, i punti programmatici individuano alcuni terreni precisi su cui concentrare nell'immediato azioni affinché facciano invertire la rotta di arretramento che secondo il Patto il Friuli Venezia Giulia ha imboccato da dieci anni.
SANITÀ E SCUOLA
In Sanità «la riforma per funzionare ha bisogno di soldi, occorre assumere personale e fare in modo che i vertici siano motivati», comincia a elencare Maurmair. Subito dopo, nell'attenzione del Patto, c'è l'istruzione: «Dobbiamo chiedere allo Stato, strada praticabile, la competenza primaria, con la gestione di tutto il personale. È una partita da 800 milioni. Con le competenze sottolinea lo Stato ovviamente ci deve dare anche i soldi per gestirla. Una delle conseguenze sarà la gestione regionale dei bandi per il reclutamento di tutto il personale, dai dirigenti agli insegnanti al personale amministrativo».
E poi c'è la questione della travagliatissima riforma degli enti locali della Giunta Serracchiani: «Troppo radicale per tornare indietro premette Maurmair - ma è possibile cambiare un principio strategico: dovranno essere i Comuni che comandano sulle Unioni e non viceversa. In pratica, tutte le risorse finanziarie devono tornare in capo ai municipi e saranno loro a decidere che funzioni e quanti fondi trasferire alle Unioni». Per la montagna, «si copierà» dal Trentino la logica delle «comunità di vallata». Intervento anche sulla legge elettorale regionale, perché «ogni territorio abbia garantita l'elezione di un suo rappresentante, come succedeva nelle elezioni per le Province».
DENATALITÀ
Quanto alla denatalità, il modello sarà Bolzano, dove ogni famiglia (con reddito fino a 84mila euro netti) ha 200 euro al mese per ciascun figlio a carico, se residente da 5 anni e con 15 anni complessivi di presenza in Alto Adige. «Una misura che lassù costa 74 milioni l'anno e che si può fare anche qui se, come abbiamo premesso, si ridiscutono i rapporti finanziari con Roma», conclude Maurmair.
Antonella Lanfrit
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