CASSE VUOTE
TRIESTE Sanità regionale in rosso per circa 43 milioni di euro.

Mercoledì 20 Giugno 2018
CASSE VUOTE
TRIESTE Sanità regionale in rosso per circa 43 milioni di euro. È il buco con il quale la Giunta Fedriga si trova a dover fare i conti in vista dell'assestamento di bilancio di luglio che vale 40 milioni di euro. Il punto della situazione è stato fatto, ieri a Trieste, dagli assessori alle Finanze Barbara Zilli e alla Salute Riccardo Riccardi: «La perdita della salute vale circa 43 milioni che sono la somma di due addendi: il consuntivo delle aziende sanitarie per il 2017 per un totale di 13 milioni e 270mila euro e le proiezioni sui consuntivi del primo quadrimestre dell'anno in corso, pari a 29,5 milioni di scostamenti».
LE PERDITE
Guardando al 2017, le perdite «più significative» riguardano Trieste dove il disavanzo supera i 12 milioni seguita da Udine con 5,8, mentre le proiezioni sul 2018 fotografano scostamenti per 5,9 milioni a Trieste, 10,8 nell'Isontino, 7 nell'Alto e Medio Friuli e 6 a Udine.
Riccardi ha precisato che a incidere sul rosso «è la spesa farmaceutica che vale 13 milioni, i dispositivi medici per 4,5 milioni (apparecchiature ed impianti destinati a diagnosi e terapie) e 700mila euro per i vaccini. Inoltre, si stimano quasi 8 milioni di costi per i servizi sanitari».
Come colmare la perdita di quasi 43 milioni? «Oltre ai 26 milioni di risorse fresche in assestamento di bilancio, ne abbiamo individuati altri 17 dalle maglie interne della Direzione salute».
Evidenzia Riccardi: «La riforma della Giunta Serracchiani ha voluto spostare il 10% di risorse dalla spesa ospedaliera ai servizi territoriali, ma senza un'adeguata organizzazione degli stessi e una gradualità nel cambiamento si è creato un corto circuito». L'altro nodo è rappresentato da «una Direzione Salute sguarnita, ho trovato posizioni dirigenziali vuote. Facevo domande ma nessuno mi rispondeva».
LE REGALIE
«Stiamo iniziando a lavorare su un assestamento di bilancio che soffre delle scelte portate avanti dalla Giunta precedente ha attaccato l'assessore Zilli ; il patto Padoan-Serracchiani ha comportato minori spese per 120 milioni nel 2018 e altrettanti nel 2019, ma le risorse a disposizione sono state messe in circolo non per dare risposte alle emergenze, come quella di una sanità al collasso: basti pensare che 19 milioni dei 120 sono delle regalie o mancette elettorali» ossia «poste puntuali non svincolabili, dai pannolini lavabili a piccoli importi a consorzi culturali, 5 milioni all'Uti Canal del Ferro piuttosto che al Consorzio area giuliana e Ponterosso».
Rincara l'assessore: «Ci troviamo in mano una macchina taroccata che non funziona come dovrebbe, ora ci troviamo con un avanzo libero di 40 milioni di cui 26 andranno a coprire il buco della sanità e 10 milioni verranno prudenzialmente accantonati per far fronte alla sentenza 103 della Corte costituzionale che porta anche le Regioni a statuto speciale a compartecipare al fabbisogno della sanità nazionale. Una partita su cui il governatore Fedriga sta trattando con Roma». Conclude Zilli: «Uno stato dell'arte molto preoccupante che andrà ad incidere sulla necessità di dare risposte ai Comuni fuori dalle Uti: servirebbero 4 milioni e non so dove li troverò». Confermato il milione per il rinnovo contrattuale del comparto unico: venerdì il provvedimento sbarca in via preliminare in Giunta.
LA REPLICA
«Negli anni la giunta di centrosinistra ha sempre dimostrato di saper gestire il bilancio della sanità regionale, consapevoli che i costi della sanità erano e sono in costante aumento. Ora tocca al centrodestra dimostrare questa capacità. La questione demografica non è una partita a costo zero». Così il segretario regionale del Pd Salvatore Spitaleri replica a distanza: «Chi governa è bene sia prudente ed eviti di screditare l'Istituzione cui è temporaneamente preposto: agenzie ed investitori prendono nota rapidamente».
Elisabetta Batic
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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