CASO CONSIGLIO
TRIESTE È scattata l'indagine delle Forze dell'Ordine per

Giovedì 6 Agosto 2020
CASO CONSIGLIO TRIESTE È scattata l'indagine delle Forze dell'Ordine per
CASO CONSIGLIO
TRIESTE È scattata l'indagine delle Forze dell'Ordine per quattordici esponenti di Casapound che mercoledì hanno fatto irruzione in Consiglio regionale, durante i lavori della VI Commissione, contestando mancate azioni lungo il confine con la Slovenia per contrastare l'ingresso di clandestini provenienti dalla Rotta balcanica. Dopo la denuncia presentata dal presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin e gli accertamenti in corso, sarà la Procura a esprimersi sui capi di imputazione. Tra i profili dei protagonisti, ieri è emerso esserci anche quello di un dipendente interinale della Regione, un amministrativo della Direzione Salute al lavoro dal 2018, ed è scattata la richiesta di provvedimenti da parte dell'opposizione, in particolare dal capogruppo del Patto per l'Autonomia Massimo Moretuzzo e dal segretario regionale del Pd, Cristiano Shaurli. In evoluzione anche la condizione dell'altro problema sorto in concomitanza con l'interruzione dei lavori della VI Commissione da parte di Casapound, ovvero la frase usata dal consigliere leghista Antonio Calligaris contro i migranti, rispetto alla quale si è poi ripetutamente scusato.
LA CONDANNA DI FEDRIGA
Ieri il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, ha definito «ingresso illegittimo» in Consiglio quello dei manifestanti e a proposito di Calligaris ha affermato essersi «espresso con parole condannabili. Parole inaccettabili ma subito dopo lui stesso si è scusato», ha aggiunto. In contemporanea, Zanin e il presidente della VI Commissione Giuseppe Sibau hanno appurato le disposizioni del Regolamento, dopo le sollecitazioni dell'opposizione a intervenire su Calligaris anche con la sospensione. «Abbiamo acclarato che il fatto è accaduto fuori seduta consiliare poiché, nel momento in cui il presidente si alza dal proprio scranno per allontanarsi, la seduta è sospesa», ha premesso Zanin, facendo riferimento al fatto che Sibau si era avvicinato ai manifestanti per inquadrare la situazione. «Ciò premesso, è il presidente di Commissione che, insieme all'Ufficio di presidenza, propone un intervento dall'ammonimento alla censura fino alla sospensione per cinque giorni sottoposto poi al voto della Commissione».
DECISIONI IN BALLO
Nonostante il pressing della minoranza, Sibau (ProgettoFvg/Ar) sembra aver già assunto una propria determinazione: «Non credo che porterò alcunché all'attenzione della Commissione: ero lì, ho visto e sentito ciò che è accaduto e in quali condizioni. Calligaris si è immediatamente scusato per tre volte. Se qualcuno ritiene che debbano esserci forme di punizione aggiunge preceda per le vie legali e gli esperti trarranno le conseguenze». Conseguenze che, in particolare l'opposizione, si attende anche per il lavoratore regionale che sarebbe stato tra i leader del gruppo di manifestanti. «Fedriga chiarisca la situazione», ha affermato il consigliere Dem Diego Moretti, mentre il capogruppo Sergio Bolzonello ha scritto direttamente a Fedriga chiedendo «provvedimenti disciplinari nei confronti dei manifestanti di Casapound qualora fra essi ci fossero dipendenti regionali o somministrati da agenzie interinali». Si è spinto a chiedere che sia licenziato subito il capogruppo del Patto dell'autonomia, Massimo Moretuzzo, che ha aggiunto di «voler sapere con quale criterio è stato assunto dalla Direzione sanità. Qualcuno deve assumersi fino in fondo la responsabilità di questa situazione». Ne conosce la posizione l'assessore alla Funzione pubblica, Pierpaolo Roberti, in aula all'atto dell'irruzione: «Il suo contratto scade il 4 settembre e non erano già previsti rinnovi ha puntualizzato ieri - Quanto a provvedimenti, fino al licenziamento, non si è in presenza di un dipendente regionale, ma di un lavoratore somministrato».
Antonella Lanfrit
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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