Case di riposo, al tavolo si spacca il fronte sindacale

Venerdì 27 Novembre 2020
Case di riposo, al tavolo si spacca il fronte sindacale
LE POLEMICHE
UDINE Sulle case di riposo è ancora bufera. Per Roberto Treu, segretario generale Spi-Cgil Fvg, «è davvero incredibile che di fronte alla tragedia che stanno vivendo ospiti e lavoratori nelle strutture per anziani e persone fragili, c'è chi pensa soltanto ad ampliare i posti letto, e per di più nelle case di riposo private. Non c'è ancora traccia invece di un prioritario e strategico impegno per potenziare la sanità territoriale e di prossimità e altre innovazioni, a partire dallo sviluppo della telemedicina, che tutte le organizzazioni dall'Oms in giù indicano come fondamentali per ridurre la pressione sugli ospedali in tempo di Covid e in tempi normali, rispettando il principio fondamentale del benessere delle persone fragili. La prima ondata non sembra aver insegnato nulla, visto che si stanno ripetendo gli stessi errori».
Ma la Cisl prende le distanze: «Inutile sparare a zero sul tavolo con l'assessore Riccardi: il confronto faticosamente ottenuto va portato avanti, nell'interesse dei lavoratori e dei cittadini tutti e per superare assieme l'emergenza sanitaria in corso», dice il segretario regionale dei pensionati, Renato Pizzolitto, prende le distanze dalle dichiarazioni della Cgil, ribadendo come il terzo incontro con il referente regionale della sanità, sollecitato a lungo, sia stato, pur se interlocutorio, positivo, tanto da mettere sul tavolo la lista delle criticità su cui intervenire sistematicamente. «Mi auguro commenta Pizzolitto che quanto dichiarato dalla Cgil non possa inficiare un confronto necessario tra parti sociali e Regione perché, se così fosse, chi spacca il tavolo dovrà assumersene tutte le responsabilità».
L'assessore Riccardo Riccardi intanto annuncia più test rapidi nelle case di riposo, durante la videoconferenza con i rappresentanti degli enti gestori delle strutture per anziani. «Siamo d'accordo - ha detto il vicegovernatore - che sia il caso di mettere in atto un'operazione il più massiva possibile per contenere il fenomeno laddove l'ingresso del virus diventerebbe oltremodo pericoloso per gli ospiti. Per monitorare con maggiore efficacia il sistema e cercare di contenere il più possibile la diffusione del contagio tra operatori e pazienti, dovremo ricorrere in modo più massiccio all'utilizzo dei test rapidi». adottando «la stessa logica che stiamo impiegando nei Comuni più colpiti, testando cioè il maggior numero di persone». «Fino ad oggi - ha detto Riccardi - abbiamo lavorato molto per moltiplicare la capacità di eseguire i tamponi. Però il risultato che otteniamo è parziale se poi non si rafforza anche tutto il processo che prevede l'analisi del materiale biologico, la refertazione del dato, il suo caricamento nel sistema e la comunicazione al cittadino interessato dell'esito del test. È necessario che una parte di questo flusso venga preso in carico dalle strutture per anziani perché l'azienda sanitaria, da sola, non riesce a far fronte alla grande mole di lavoro». Nel prossimo bilancio, oltre agli 8 milioni già stanziati, ne sono stati reperiti altri 3 per i maggiori costi sostenuti dalle case di riposo a causa della pandemia. «Faremo poi maggiori pressioni in Conferenza delle Regioni - ha concluso Riccardi - affinché venga rivisto il vincolo di esclusività che in questo momento permette agli infermieri di lavorare solo nel pubblico, a cui si aggiunge la necessità di rendere più appetibile il richiamo in servizio di personale già andato in pensione».
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