CASARSA
Il vivaio dimenticato: Casarsa, terra di vini e fatica nei campi, riscopre

Mercoledì 24 Aprile 2019
CASARSA
Il vivaio dimenticato: Casarsa, terra di vini e fatica nei campi, riscopre il suo passato e lo celebra. Venerdì 26 aprile la cittadina tornerà infatti in possesso di una parte importante della sua memoria andata perduta: alle 18 nella sala consiliare del palazzo Burovich sarà presentato il libro Il Vivaio dimenticato, attraverso il quale la Pro Casarsa, editrice dell'opera, porterà i lettori a riscoprire l'esistenza, negli anni antecedenti alla prima Grande guerra, di un vivaio che all'epoca permise di salvare la filiera della vite del Friuli Iccidentale da un terribile nemico, ovvero il parassita della fillossera. Una piaga per l'epoca: nella prima metà dell'800, infatti, circa l'80% delle viti d'Europa vennero distrutte da questo parassita d'importazione. Con l'occasione sarà anche svelato com'era all'epoca questo vivaio che si affacciava sull'attuale statale Pontebbana, grazie a una rara pubblicazione del periodo che ne ritrasse le architetture. Un disegno che si ritrova nel libro e anche nella mostra in sala consiliare, che sarà visitabile per tutta la durata della Sagra del Vino (fino al 6 maggio).
IL VIVAIO
Ora il vivaio, avviato nel 1908, è diventato la casa privata della famiglia Cesarin, ma il suo ricordo recuperato testimonia un fondamentale passaggio nella storia della cooperazione casarsese, visto che fu costruito dal Consorzio antifollosserico friulano, che era una cooperativa e del quale sono anche state recuperate interessanti pubblicità (o come venivano chiamate all'epoca: rèclame) che promuovevano l'acquisto delle varietà di vite immuni al terribile insetto proveniente dall'America. Un libro che, come evidenziato dal sindaco di Casarsa, Lavinia Clarotto e dal presidente della Pro, Antonio Tesolin nella prefazione, permette di aggiungere un tassello nella storia della vivaistica e del vino a Casarsa, la quale ora si può dire finalmente completa. Da quell'esperienza agricola e cooperativistica, nacquero i semi di altre realtà cooperative, come la cantina sociale istituita nel 1931. La pubblicazione, voluta dal presidente Tesolin, fa luce non solo sulle vicende storiche del vivaio di Casarsa del Consorzio antifillosserico friulano, del quale si era perduta la memoria, e nel contempo racconta cosa rappresentò per la viticoltura regionale quel particolare passaggio tra Ottocento e Novecento con i danni della fillossera ai vigneti e le soluzioni trovate per rispondere alla sua minaccia. Il libro è stato scritto da Davide Francescutti, Enos Costantini, Claudio Fabbro, Eleonora Canton e Christian Costantini. Il progetto grafico è di Gloria Fabris, revisione editoriale di Flavia Leonarduzzi e di Tesolin.
E.M.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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