Carofiglio: «Trump è il manipolatore più grande»

Domenica 20 Settembre 2020
Per Bruno Ruffolo, caporedattore cultura del GrRai, quello di Gianrico Carofiglio è un libro «prezioso, che offre molti spunti, ma nello stesso tempo spiazza il lettore per quei due termini del titolo che possono sembrare antitetici». Stiamo parlando di Della gentilezza e del coraggio. Breviario di politica e altre cose (Feltrinelli), presentato ieri pomeriggio a pordenonelegge, con il contraddittorio appunto di Ruffolo. Un libro racconta l'autore pensato da tempo, ma scritto durante gli arresti domiciliari (termine retaggio della sua pregressa attività di magistrato) causa pandemia, «della quale però non si parla, se non per qualche riferimento di carattere generale».
Allora cosa sono la gentilezza e il coraggio? «Per chiarire i due termini-concetti afferma Carofiglio è opportuno definire cosa essi non sono. Gentilezza non sono le buone maniere, che sono pure importanti nel vivere civile; non è la mitezza; non è l'attitudine a ritirarsi dal conflitto. La gentilezza è invece la capacità di accettare il conflitto sapendo di poter competere con l'avversario senza offenderlo o annientarlo. Il coraggio invece è non cedere alla violenza, è far buon uso della paura». Tutto questo discorso, è evidente, si riferisce soprattutto ai conflitti che nascono nei dibattiti, specie in tv, e va da sé che gli incontri-scontri fra politici ne costituiscono un esempio eclatante.
Per questo Ruffolo dice che il libro è un manuale per reagire ai discorsi manipolatori. Per l'autore l'esempio più noto in materia viene da Trump: «la manipolazione politica è il metodo più utilizzato dall'attuale presidente degli Stati Uniti. Attenzione, però, manipolare non significa dire il falso, è la capacità di far apparire come vera una cosa non vera. È come barare a carte: ci si difende solo imparando i trucchi del mestiere. E a quel punto si è in grado di controbattere in maniera pacata e ragionevole sia alle manipolazioni che alla fallacia, ovvero a quelle affermazioni semplificatorie che possono indurre in equivoco nel caso di propaganda politica gli elettori».
A questo punto il passo è breve: la nostra dice Ruffolo è l'epoca dei social e lì una notizia falsa ripetuta tante volte alla fine viene ritenuta vera. Come ci si difende e come ci si contrappone? Sempre conoscendo i trucchi dei bari o dei prestigiatori, secondo Carofiglio: «Viviamo in una società sempre più arrabbiata e ciò genera insicurezza e debolezza e quindi la tendenza a trovare un capro espiatorio a questa crisi. L'esempio della Germania dopo la Grande Guerra è calzante: una nazione alla fame e senza prospettive ha scaricato le sue frustrazioni su un nemico: con il nazismo lo sarebbero divenuti gli ebrei. Non si deve confutare l'affermazione falsa, ma dichiarare la verità alternativa e ciò assume una dimensione etica». Ma bisogna farsi capire da tutti: «Il numero di parole possedute da un popolo, è l'indice del suo livello di democrazia».
Nico Nanni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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