CAOS A SCUOLA
PORDENONE Dal 75 al 100% di didattica a distanza alle scuole superiori.

Lunedì 26 Ottobre 2020
CAOS A SCUOLA PORDENONE Dal 75 al 100% di didattica a distanza alle scuole superiori.
CAOS A SCUOLA
PORDENONE Dal 75 al 100% di didattica a distanza alle scuole superiori. Dopo l'ordinanza regionale di venerdì (almeno il 50% di lezioni online) il nuovo dpcm alza la quota delle lezioni a distanza per le scuole superiori. Ci sono dubbi tra i dirigenti scolastici. Ieri si sono sentiti in chat per capire come muoversi. Di certo non vi è chiarezza assoluta, in particolare per gli istituti tecnici con molta attività laboratoriali.
I MALUMORI
Ma una cosa è, invece, certa: la misura scontenta le famiglie, gli studenti e la comunità scolastica che finora aveva rispettato le regole. Se la salute viene prima di tutto, non si comprende - è la riflessione di molti - perché il virus potrà continuerà a circolare indisturbato nelle aule delle scuole durante i concorsi per i precari che poi entreranno negli istituti superiori di primo e secondo grado, ovvero anche nelle realtà non soggette a chiusura, ovvero le scuole medie. I presidenti delle Regioni del nord, i sindacati assieme ai docenti avevano chiesto uno stop allo svolgimento delle prove. La ministra dell'Istruzione Azzolina, ha tirato dritto. Le misure adottate fanno discutere i vertici degli istituti superiori che avevano predisposto già i calendari sulla base di un'ordinanza regionale, perciò nel cassetto sono pronti calendari con didattica integrata al 50%, al 75%, ma anche al 100%, ovvero in caso di lockdown.
«Quando si parla di scuola, siamo davanti a comunicazioni imperfette dichiara il consigliere regionale Alessandro Basso di Fdi . Chiediamo alla direzione scolastica una linea chiara, le famiglie devono sapere se e come devono mandare a scuola i propri figli per tempo perché devono organizzarsi». Le famiglie non sanno che pesci pigliare come procedere senza alcun preavviso. Com'è possibile lasciare a casa adolescenti di 14-17 anni l'intera mattinata senza controllo? Quale effetto avrà sulla loro socializzazione? A questo si aggiungono palestre chiuse e campi di calcio off limits, neanche gli allenamenti distanziati non si potranno fare per un mese. Perciò alla mattina si aggiunge il pomeriggio di chiusura in casa. Ovviamente il caos regna anche tra gli insegnanti che non sono stati avvisati per tempo della modalità didattica da utilizzare.
LO SCENARIO
Questo lo scenario della settimana: insegnanti a scuola a fissare un'aula vuota e nello schermo dei pc dovrebbero apparire, sempre se tutti i collegamenti funzioneranno, gli studenti dalle loro camerette, cucine, salotti. All'istituto Sarpi-Freschi di San Vito al Tagliamento ogni docente è stato dotato di un personale tablet che potrà spostare da un'aula all'altra, perché i docenti lavoreranno in presenza. Laboratori in presenza anche nei pomeriggi. Vogliamo testare tutta la macchina organizzativa ha dichiarato il dirigente del Sarpi, Vincenzo Tinaglia e cercare di mantenere a scuola il più possibile gli studenti con disabilità e le classi più fragili, a rischio di dispersione. La didattica a distanza è utile per far fronte al distanziamento, ma non è la panacea a tutti i mali, quest'anno abbiamo visto ragazzi con gap importanti sul fronte delle competenze».
«Anche se per poco tempo spiega Ornella Varin, dirigente al liceo Grigoletti è fondamentale che gli studenti vengano a scuola». Tra una lezione e l'altra, le insidie della rete sono altissime: gioco illimitato con i videogames, chat tra i ragazzi, sperando che nessuno incappi in situazioni di disagio psicologico o incontri sconvenienti per dei minorenni. Ci si chiede se non sia troppo poco un solo giorno a settimana in classe. Sarà una scuola più povera senza scambi, gemellaggi, uscite, visite didattiche. Al momento istituti elementari e medie restano in presenza, perché si sono notati i gap didattici e sociali di questi studenti che necessitano la frequenza de visus. Una settimana dettata dalle elezioni degli organi collegiali che possono avvenire in presenza o a distanza, ma questa modalità per ragioni legate alla diffusione del virus viene privilegiata.
Sara Carnelos
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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