Cantina Rauscedo, spiraglio per il dissequestro

Venerdì 1 Marzo 2019
Cantina Rauscedo, spiraglio per il dissequestro
L'INDAGINE
PORDENONE Si apre uno spiraglio per la cooperativa Cantina Rauscedo. La Procura ha espresso parere parzialmente favorevole al dissequestro dei 300mila ettolitri di vino frutto della vendemmia 2018 e bloccati per la sospetta frode in commercio scoperta dagli investigatori del Nas e dell'Ispettorato repressione frodi di Udine. L'istanza di dissequestro era stata presentata dall'avvocato Stefano Zanchetta. La Procura non ha accolto la richiesta totalmente. Per questo sull'istanza dovrà ora pronunciarsi il gip che ha emesso il decreto di sequestro, Monica Biasutti.
Se il giudice dovesse confermare l'orientamento della Procura, per la cooperativa di Rauscedo sarà comunque un risultato importate. I 2/3 della produzione dovranno essere declassati, cioè commercializzati come vino generico. Saranno invece restituiti come Doc e Igp i restanti 100mila ettolitri. Si tratta di vini che dovranno comunque essere analizzati dagli organi certificatori. «Abbiamo seguito una circolare del ministero delle Politiche agricole - ha spiegato il procuratore Raffaele Tito - Siamo venuti incontro alle esigenze della Cantina nella speranza che in futuro i marchi Doc e Igp vengano salvaguardati, in modo da tutelare il mercato». Il gip si esprimerà nei prossimi giorni. Il suo pronunciamento molto probabilmente anticiperà l'udienza fissata per discutere il ricorso al Tribunale del Riesame (martedì prossimo).
Nei giorni scorsi c'erano stati due confronti tra le difese, il procuratore, il pm Monica Carraturo (titolare del fascicolo d'indagine) e gli stessi investigatori di Nas e dell'Ispettorato repressione frodi. Si era discusso sulla possibilità di un parziale declassamento e di una parziale restituzione dei vini sotto sequestro, anche sulla base della documentazione e degli elementi che legali e consulenti della Cantina Rauscedo contavano di depositare.
Obiettivo della difesa è dimostrare, grazie alla tracciabilità dei conferimenti degli uvaggi e del ciclo di vinificazione, che soltanto una parte residua di vini non risponde alle regole previste dal disciplinare in merito agli esuberi (ogni ettaro di vigneto deve produrre, a seconda del vitigno coltivato, un determinato quantitativo di uva, le eccedenze non autorizzate rischiano di declassare l'intera produzione).
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