«Buche e rifiuti, il degrado è l'humus della criminalità»

Venerdì 3 Luglio 2020
«Buche e rifiuti, il degrado è l'humus della criminalità»
LE REAZIONI
UDINE «Il degrado chiama degrado. Non c'è niente da fare. È il miglior humus per i comportamenti socialmente discutibili». Domenico Liano (M5S) la sera stessa dell'aggressione al collega Foramitti è andato in via Roma e dintorni a documentare lo stato in cui versa il quartiere. «In tre ore non ho visto neanche un agente», nota. Sul fallimento delle politiche adottate in borgo stazione, dice, «destra e sinistra si rimpallano le responsabilità. La verità è che si possono fare tante cose per migliorare. Ho fotografato la situazione per documentare il degrado del quartiere, che è decisamente mal tenuto: asfalto che cede, rifiuti buttati per terra, finestre rotte, edifici abbandonati, carcasse di bici. La sicurezza vive in una dimensione soggettiva e oggettiva. Le risorse sono scarse, non solo per la Polizia locale, ma anche per gli organi di polizia di Stato. Ma si può agire attraverso le tecnologie usate in modo intelligente. Ma soprattutto bisogna che il cittadino collabori, serve il cosiddetto Neighborhood watch, il controllo di vicinato, un gruppo di cittadini dedicato alla prevenzione del crimine, che segnala tempestivamente i problemi». Ma, prima di tutto, bisogna fare un po' di pulizia, dice: «Dal degrado nasce il degrado, anche sociale. Quando il disordine prevale, il cittadino non può collaborare. Altrimenti, continuiamo solo a fare spot elettorali. La volontà di risolvere c'è, ma i risultati sono pochi». Federico Pirone, già assessore con Honsell, respinge al mittente le accuse di chi (come ad esempio Marco Valentini di Ar) ribalta la frittata sostenendo che i problemi di sicurezza di oggi sarebbero figli di 10 anni di scelte sbagliate: «Intanto - dice - esprimo solidarietà e vicinanza a Foramitti, augurandogli una pronta ripresa. 21 giorni di prognosi non sono cosa da poco. Poi rilevo che in maggioranza sono tutt'altro che concordi nel commentare questo episodio e si sentono non da oggi tante idee diverse. Chi dice che ci vuole l'esercito, chi la Polizia locale, chi più telecamere. Per usare una battuta sembra un melting pot. È una babele di lingue la maggioranza su questa vicenda. Resta il fatto che dopo due anni e un mese i toni del sindaco sono sempre da campagna elettorale. Anch'io sono per far rispettare le regole, ma rilevo che dopo quasi metà mandato siamo ancora alle promesse e non c'è una linea condivisa. La logica non può essere solo quella della repressione».
Giovanni Marsico (Prima Udine) ricorda che già nella precedente amministrazione si è molto speso per la sicurezza: «Avevo già invocato l'esercito anni fa quando a guidare la città c'era il centrosinistra e non sono stato ascoltato, ora lo ripeto: si portino i militari in strada, soprattutto in quelle zone meno sicure e la si finisca di dire che si sta facendo abbastanza. Alcuni interventi sono stati messi in campo però la politica sulla sicurezza della Lega a Udine ha dell'incredibile. Dopo tanti proclami e garanzie agli elettori di poter vedere finalmente una città più sicura e sotto il controllo delle forze dell'ordine è ora di dare un segnale forte e vero, di controllare il territorio. Con Enrico Bertossi, già in campagna elettorale avevamo chiesto l'uso dell'esercito in strada. Il programna strade sicure attuato in molte città deve essere adottato anche a Udine e non si capisce come la Lega non lo voglia attuare».
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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