Bracconiere pentito si offre di lavorare al Parco Prealpi

Domenica 8 Marzo 2020
LE SCUSE
UDINE Giovane bracconiere chiede scusa e s'impegna a lavorare per il Parco delle Prealpi Giulie. Il processo in corso in Tribunale a Udine per gli episodi di bracconaggio avvenuti all'interno del Parco e le Riserve di caccia tra Venzone e Pontebba, ha messo in luce anche un ravvedimento. «Le lunghe indagini compiute tra mille difficoltà e da molto tempo dal Noava del Corpo forestale regionale, con il coordinamento del sostituto procuratore, Elisa Calligaris raccontano dal Parco - stanno già dando i frutti in questa lunga battaglia per stroncare atti di bracconaggio su cervi, stambecchi e vari esemplari di capriolo. La prima indagine aveva portato alla luce l'abbattimento illecito di circa 200 ungulati in un triennio e si è chiusa nei mesi scorsi. Alcuni degli indagati hanno oblato o patteggiato la pena. Per altri invece si aprirà il processo dibattimentale. Da quella indagine è nata l'inchiesta bis condotta dalla Polizia di frontiera e coordinata dal pm Calligaris che ha firmato le sei richieste di rinvio a giudizio nei confronti di altrettanti indagati, cinque residenti in Alto Friuli e uno in provincia di Vicenza, due dei quali già sottoposti a una misura cautelare, uno con obbligo di dimora, l'altro con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. I reati a vario titolo contestati sono incendi a immobili di proprietà di pubblici ufficiali, furto di pollame ai danni di un cittadino, ricettazione, detenzione, alterazione e porto di arma clandestina e violazioni alle norme sulla caccia i reati.
RAVVEDIMENTO RESPINTO
«Dopo le lunghe udienze dal Gip, che ha interamente accolto la richiesta di rinvio a giudizio, il 5 marzo si è discussa la richiesta di patteggiamento di un giovane della zona. La domanda di patteggiamento, nonostante il ravvedimento dimostrato è stata però rigettata, perchè non ritenuta congrua. Oltre che il risarcimento del danno, l'imputato, infatti, ha di suo pugno sottoscritto una lettera di scuse, consapevole del disvalore del suo comportamento, impegnandosi ad astenersi in futuro dal compiere analoghi atti verso la natura e le persone che quotidianamente si impegnano per tutelarla. Ha inoltre dato la sua disponibilità a compiere volontariamente attività lavorativa nel territorio del Parco, che si è costituito parte civile con l'assistenza dello studio legale Bana di Milano. È emerso che alla base di questi atti di bracconaggio specificano sempre dal Parco - vi fosse un'organizzazione ben articolata nelle modalità operative sul territorio di Venzone e Pontebba, sia nel recupero e nella macellazione dei grandi quantitativi di carne degli animali abbattuti, sia nella raccolta dei trofei, con danno alla fauna presente all'interno di aree particolarmente protette».
Il processo seguirà il 16 marzo anche per altri tre imputati.
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