Bankitalia tenta l'offerta libera

Lunedì 16 Luglio 2018
Bankitalia tenta l'offerta libera
NUOVO TENTATIVO
PORDENONE È passato ormai quasi un decennio dall'abbandono da parte di Bankitalia del palazzo di via Mazzini. L'edificio che per trentasei anni era stato la sede della Banca centrale fu lasciato libero nell'autunno del 2009. A tre anni dall'abbandono il primo bando per la vendita dello stabile. Dopo una prima asta andata deserta sono seguiti altri tentativi di vendita. Ma tutti senza successo: complice anche la difficoltà del mercato immobiliare legate alla grande crisi che sul territorio ha colpito molto duramente. Da qualche giorno sul palazzo, nel cuore del centro storico cittadino tra via Mazzini e piazza Cavour, compare uno striscione. La Banca d'Italia avvia una procedura per la vendita, senza base d'asta, dell'immobile di via Mazzini. L'edificio ha una superficie commerciale di circa 2.348 metri quadrati ed è composto da un piano entroterra, quattro piani fuori terra e una copertura con vani tecnici. È presente anche un'area scoperta adibita a cortile interno. L'immobile - informa ancora il cartellone esposto - ha una destinazione d'uso mista, istituto di credito e residenziale. Ulteriori indicazioni informano sulle classi energetiche dello stabile. Il termine indicato per la presentazione delle manifestazioni di interesse è il 12 ottobre. Viene infine indicato il sito dove poter trovare ulteriori informazioni: www.bancaditalia.it/chi-siamo/beni-immobili.
L'OFFERTA LIBERA
Nei prossimi tre mesi chiunque - visto che la base d'asta è stata tolta si procederà per offerta libera - potrà presentare direttamente a Bankitalia una proposta che sarà valutata dal vertice dell'istituto di credito nazionale. Una strada intrapresa dopo che più aste sono andate deserte: il palazzo è infatti ancora invenduto nove anni dopo che gli uffici sono stati chiusi. Nel 2009 quando i vertici dell'istituto decisero di chiudere alcune decine di sedi a livello nazionale il palazzo pordenonese aveva un valore stimato che sfiorava i nove milioni di euro. L'ultima volta, nell'autunno del 2013, che si decise di procedere con un bando di vendita - seguendo l'iter previsto per i beni pubblici - l'immobile era stato messo sul mercato a un valore di base di 5 milioni e 940 mila euro. Già una bella differenza dai tempi pre-crisi economica. Ma anche con quel valore a base d'asta ribassato non si arrivò a concludere l'affare e il palazzo rimase senza acquirenti. Eppure - in particolare nel periodo precedente al 2015 quando per la prima volta fu istituto un bando senza il valore di base - gli interessamenti non mancarono. Dal riserbo delle trattative era pure filtrato che ci sarebbe stata più di una visita all'edificio da parte di società interessate. E qualche interesse sembrava essere arrivato anche da qualche investitore estero. Si era sussurrato - ma conferme ufficiali non ve ne sono mai state - che si sarebbe fatto avanti anche qualche intermediario legato a importanti catene commerciali dell'abbigliamento. Ma fino a oggi nessuna delle manifestazioni di interesse ha portato a una chiusura dell'affare.
LA CORTE DEL COMUNE
Nel frattempo anche il Comune aveva buttato un occhio sullo stabile. Già nell'amministrazione Pedrotti il municipio ci aveva fatto mezzo pensiero vista la vicinanza - e la contiguità - con palazzo Badini di proprietà comunale. Si era ipotizzato di trasformare gli stabili in sede di rappresentanza dell'Università. Ma i costi eccessivi fecero, alla fine, rinunciare il Comune al suo diritto di prelazione. Con il cambio di amministrazione il palazzo ex Bankitalia è tornato al centro di un ragionamento da parte della giunta Ciriani. Più volte l'assessore al Patrimonio Walter De Bortoli ha provato a sondare il terreno. Vista l'impossibilità di acquisirlo - e la difficoltà di venderlo a privati - il Comune ha lanciato la proposta di un comodato d'uso al fine di adibire lo stabile a sede di associazioni culturali. Una proposta che però non è mai stata formalizzata a Bankitalia. Che con il cartellone affisso da qualche giorno ha ribadito la volontà di vendere a privati. Nel frattempo il Comune un passo avanti l'ha fatto: nella variante al piano di recupero di corso Garibaldi viene inserito anche l'edificio dell'ex banca che avrà una destinazione anche commerciale. Probabilmente il cambio urbanistico potrebbe facilitare la messa sul mercato dello stabile. Auspicando che un'eventuale operazione - che rappresenti una svolta nell'urbanistica di un importante e centralissimo brano di città - possa presentarsi prime del decimo anniversario dell'abbandono dello stabile.
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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