Arpa e Università uniscono le forze per testare i tessuti delle mascherine prodotte in regione

Venerdì 10 Aprile 2020
(cdm) Nonostante il patto di collaborazione con l'Azienda Friuli centrale, che da martedì porterà nella clinica di viale Venezia fino a 50 pazienti non Covid, di Medicina e Rsa (che partirà qualche giorno dopo), per 130 dipendenti (su 270 circa) del policlinico Città di Udine, comunque, si apre la strada del Fondo d'integrazione salariale per 9 settimane. Una strada obbligata, spiega l'amministratore delegato Claudio Riccobon. «Attualmente, le attività del Policlinico sono limitate alle sole urgenze (con una perdita di fatturato di oltre il 70% ndr). Circa 36 persone, 40 al massimo, potranno essere impiegate per le attività del Santa Maria nel Policlinico. I lavoratori che saranno interessati dalla Fis sono 130. Fra questi una parte potrebbe decidere, su base volontaria, di lavorare per l'emergenza al Santa Maria. Se lo faranno dovremo trovare uno strumento contrattuale idoneo: la normativa è un po' ingarbugliata. Ma è fattibile». Per andare incontro ai dipendenti indirizzati verso l'ammortizzatore sociale gli azionisti e lo stesso Riccobon hanno messo soldi propri per coprire gli stipendi di aprile e maggio, per un totale di 200mila euro di fondi aziendali che sosterranno l'integrazione salariale per i lavoratori economicamente più fragili. Integrazione che porterà all'85% la copertura per chi ha un reddito lordo mensile fino a 2mila euro, al 75% fino a 3mila e al 65% sopra i 3mila. L'accordo sarà siglato nei prossimi giorni. «Questo sforzo economico ci sembrava doveroso per chi lavora per noi. Sono molto orgoglioso di loro», dice Riccobon. Per ora tre anestesisti hanno dato la disponibilità a lavorare per l'AsuFc.
Intanto l'Agenzia Regionale per l'Ambiente e l'università di Udine dal 14 aprile avvieranno un servizio di verifica funzionale dei materiati destinati a produrre mascherine chirurgiche. Un modo per dare un sostegno alle autorità sanitarie, alla Protezione civile e ai potenziali produttori per ottenere i test di verifica in tempi rapidi. L'Arpa metterà a disposizione i suoi uffici, l'ateneo si occuperà delle osservazioni al microscopio elettronico dei campioni su traspirabilità ed efficacia di filtrazione. A test conclusi, l'Arpa fornirà una relazione tecnica che potrà essere usata per la validazione dei materiali da parte dell'Istituto superiore di sanità. Sempre in tema di mascherine, la Regione (ieri in videoconferenza con il primo ministro sloveno Jansa) ha stretto un patto con la Slovenia per l'approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale e la condivisione dei risultati ottenuti su ricerca e sperimentazione nella lotta al coronavirus.
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