Approcci sessuali al lavoro, tutti in tribunale

Martedì 17 Ottobre 2017
Approcci sessuali al lavoro, tutti in tribunale
PROCESSO
UDINE Avrebbe dovuto essere una normale giornata di lavoro, ma un appuntamento tra un promotore e un potenziale cliente per la stipula di un contratto per la fornitura di energia elettrica e gas sarebbe degenerato in un approccio sessuale e in un successivo tentativo di estorsione che ha portato in un'aula di tribunale quattro persone. L'episodio risale all'estate del 2015. Quel giorno un'incaricata di un'azienda del settore, una 30enne friulana, era arrivata in un paese del Collinare insieme ad altri due colleghi, ognuno in cerca di clienti. La ragazza aveva bussato alla porta di un uomo, 61 anni, che l'aveva fatta entrare. È a quel punto che, secondo il racconto della donna, mentre lei gli proponeva il contratto, lui le avrebbe fatto delle avance. Le avrebbe messo una mano sul fianco e sul sedere. Avrebbe tentato di toccarla una seconda volta e, apertosi i pantaloni, di farsi a sua volta toccare. Scappata in strada, la giovane avrebbe raggiunto i colleghi e raccontato loro quanto appena accaduto. Poi sarebbe rientrata in casa con la scusa di riprendere dei documenti e i due colleghi, approfittando della porta aperta, l'avrebbero seguita. Uno di loro, 24 anni, avrebbe quindi minacciato il padrone di casa, chiedendogli di consegnare 500 euro come risarcimento alla ragazza. Avrebbe poi impugnato una sedia, tentando di colpirlo, prima dell'arrivo dei Carabinieri. Al termine degli accertamenti tutti e quattro sono finiti in tribunale. Il padrone di casa e la ragazza nella doppia veste di imputati e persone offese.
Accusato di violenza sessuale, di lieve entità, il 61enne è stato condannato in abbreviato dal gup Daniele Faleschini Barnaba a 1 anno e 2 mesi, oltre che a versare alla ragazza 5 mila euro per il risarcimento dei danni. «La ricostruzione è molto dubbia. Il mio cliente ha sempre negato tutto», spiega l'avvocato Gabriele Bano preannunciando appello. La donna è stata invece rinviata a giudizio con l'accusa di violazione di domicilio. Ipotesi che il suo legale, l'avvocato Marco Cavallini, conta di smontare a dibattimento. Rinviato a giudizio anche il 24enne che avrebbe preso le sue difese e che è accusato di tentata estorsione, tentate percosse e violazione di domicilio. Mentre il terzo collega, anche lui 24 anni, è stato condannato in abbreviato a 4 mesi, con i doppi benefici della sospensione e non menzione, per violazione di domicilio. Dovrà versare 3 mila euro di risarcimento danni al padrone di casa.
Elena Viotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci