Aperitivi e shopping, i conti con il virus tra due settimane

Domenica 24 Maggio 2020
Aperitivi e shopping, i conti con il virus tra due settimane
PARLA L'ESPERTO
PORDENONE «Se la riapertura delle fabbriche del 4 maggio non ha portato a una recrudescenza di contagi non è detto che la stessa cosa accada dopo le più recenti riaperture di negozi, bar e centri commerciali. Questa è la vera riapertura, poiché rappresenta il ritorno alla vita sociale. Perciò sarà questo il vero banco di prova di una eventuale e possibile recrudescenza nella diffusione del virus e quindi della malattia. Tutto dipenderà dai comportamenti di ciascuno e da come sapremo gestire la libertà di movimento alla quale si è tornati». L'infettivologo dell'ospedale pordenonese Santa Maria degli Angeli Massimo Crapis guarda con una fiducia preoccupata alle prossime settimane. A quando cioè - tra una dozzina di giorni - si potrà capire e avere il test sul dopo riaperture del 18 maggio. I primi giorni non sono stati proprio esemplari rispetto ad alcune situazioni legate in particolare alla cosiddetta movida.
APERTURA SOCIALE
«Mentre il temuto incremento dei contagi - spiega il responsabile del Servizio Infettivologia - dopo il riavvio delle fabbriche non c'è stato, non possiamo escludere con certezza che il virus non tornerà in circolazione dopo il ritorno alla vita sociale. Nelle aziende si sono adottati rigidi protocolli e comportamenti virtuosi che hanno favorito il contenimento del Covid e abbiamo visto che i contagi si sono quasi azzerati anche nel nostro territorio. Ora il rischio vero - avverte l'infettivologo - è legato al ritorno della gente nei luoghi di socializzazione. Anche se la bella stagione ci è d'aiuto, nel senso che favorisce i luoghi aperti ed evita quelli chiusi che sono un fattore di rischio molto elevato. Sarebbe davvero un peccato se comportamenti non corretti rendesse vani gli enormi sforzi che tutti hanno fatto durante il lockdown. Perché, se i dati dovessero risalire, il rischio di una ri-chiusura sarebbe piuttosto concreto». Ma in attesa del test 18 maggio medici ed esperti del sistema sanitario guardano già all'autunno. Quando tutte le virosi riprenderanno a salire e non è escluso un ritorno anche del coronavirus. Una delle armi che si sta già affilando - nei giorni scorsi c'è stato un vertice con la Regione - è il potenziamento della vaccinazione anti-influenzale. Vi è un'ipotesi ministeriale di prevedere il vaccino gratis per gli over-60 (oggi lo è per gli over-65) e per i bambini fino a 6 anni.
PIÙ VACCINI
«Stiamo già lavorando per l'autunno. Non è da escludere - sottolinea Massimo Crapis - che nelle recrudescenze tipiche delle virosi nella stagione fredda possa tornare anche il Covid. Un'azione che sarà decisiva per aiutarci nella gestione sanitaria è certamente legata al vaccino contro l'influenza. In particolare per gli anziani, ma anche per una serie di altre categorie a rischio. Compresa quella del personale sanitario. Ridurre la quota di influenza stagionale porterà a due fondamentali benefici. In primo luogo riduce le co-infezioni, cioé il rischio che i pazienti, soprattutto anziani, abbiano le due infezioni in contemporanea con un forte aggravamento dei quadri clinici. E in secondo luogo, visti i sintomi simili, rende più semplice riconoscere i casi Covid. Per questo diventa fondamentale ampliare la platea dei vaccinabili, cioé estendere il vaccino gratuito e raccomandarlo a fasce di popolazione più ampie. La Regione aumenterà le scorte di vaccini anti-influenzali. E lo sforzo da parte di tutti i medici dovrà essere di far aumentare la quota di persone protette dall'influenza». La percentuale, tra gli anziani e le categorie a rischio per patologie, cui si punta è il 75%.
D.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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