Alpini, riscatto del camping fantasma

Martedì 12 Novembre 2019
IL PIANO
UDINE A una manciata di ore dalla notizia dell'assegnazione a Udine dell'adunata nazionale alpina del 2021, comunicata da Milano dal presidente Dante Soravito De Franceschi, dopo gli striscioni e la festa, l'Ana di Udine era già al lavoro, per disegnare la parata dell'orgoglio friulano, a 45 anni dal terremoto. Vietato sbagliare è il mantra per tutti. «Abbiamo 18 mesi davanti», dice Franco De Fent, presidente della commissione Ana incaricata di seguire la regia. Sembrano tanti ma non lo sono, vista la portata dell'evento. «Abbiamo già individuato dieci zone che dovranno essere attrezzate per camper e roulotte. Ci stiamo muovendo a 360 gradi su un raggio di una trentina di chilometri dal centro di Udine. Cerchiamo di compattare le aree, per non avere una serie di francobolli sparsi, che ci creerebbero problemi di trasporti. L'idea è di avere circa 400mila-450mila metri quadri fra Udine e dintorni. In questa ipotesi rientrano anche delle caserme attive, non quelle dismesse. Pensiamo anche a soluzioni alloggiative nelle palestre». Un'ipotesi allo studio, gli fa eco il presidente della sezione Soravito De Franceschi, è anche quella di «alloggi collettivi all'ente fiera». Ma, precisa, «è tutto in embrione: sono le nostre idee, in attesa di avere il via libera della commissione nazionale». Quanto alle aree di sosta, spiega De Fent, «abbiamo individuato fra le altre la zona del parcheggio dello stadio, soprattutto per la domenica, quando arriverà un flusso di corriere considerevole».
IL CAMPING
Nella scacchiera dell'Ana rientra anche - almeno in via ipotetica - il possibile riscatto del campeggio fantasma di Italia 90, costruito con i soldi dei Mondiali ma mai utilizzato. «Si spera di poterlo utilizzare: era previsto. Bisogna vedere se si riesce a riqualificarlo per tempo, con gli investimenti che servono», dice Soravito De Franceschi. «Fra le zone che dovranno essere attrezzate per camper e roulotte abbiamo pensato anche a quel camping», conferma De Fent. Un'area che oggi è di proprietà del Comune di Udine, ma in predicato di passare a Pasian di Prato. E il sindaco di quel Municipio, Andrea Pozzo, spalanca le porte all'idea di riqualificarlo, almeno in parte, in tempo per l'adunata. «Sarebbe un'occasione per il riscatto dell'ex camping - dice Pozzo -. Se, come credo, per allora riusciremo a perfezionare il trasferimento di proprietà, mi sembra meritorio rendere un servizio sociale di questo tipo in favore degli alpini. In termini ipotetici, potremmo utilizzare le risorse messe a disposizione con una doppia valenza: una di ospitalità per gli alpini e un'altra per la realizzazione di strutture e infrastrutture che potrebbero durare dopo». No secco, quindi, ad eventuali cattedrali nel deserto: «Bisogna imparare dal passato ed evitare gli errori che furono fatti allora. Creiamo strutture che servano non solo per un episodio, ma per la comunità. Ci siamo già incontrati con l'assessore regionale Sergio Emidio Bini, che ha fatto delle proposte interessanti, dicendo che quell'area potrebbe essere riqualificata e destinata al turismo lento». Grazie all'adunata, quindi, il progetto potrebbe mettere le ali. «Se questa è l'occasione per destinare ulteriori risorse a quel progetto, ben venga. Ne parleremo con il Comune di Udine e la Regione», conclude Pozzo. «Sarebbe una buona idea sfruttare l'ex camping mai decollato», concorda anche Edoardo Marini (Confcommercio).
SICUREZZA
Il decreto sicurezza impone molti paletti in più rispetto all'adunata del 96. «La mia personale intenzione - dice De Fent - e anche quella della sezione di Udine è quella di evitare che la gente vada ad occupare spazi inopportuni, tipo nei giardini pubblici, e che si sparpagli in modo poco decoroso. Cercheremo il più possibile di evitare certi assembramenti di tende e baracche». Ovviamente, bandito il vetro come per tutti i grandi eventi. «Dovremo cercare di mitigare gli aspetti della sicurezza, che coinvolgono non solo l'afflusso e il deflusso della sfilata, ma anche l'impiego dei nostri volontari. Oggi, se non hai gente formata, non puoi neanche farla salire su una scala ad appendere una bandiera. Dovremo rispettare tutte le normative. Grossomodo serviranno tremila volontari. Convocheremo la commissione la prossima settimana».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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