Al Rifugio del cane e del gatto si lavora per mettersi alle spalle due mesi duri

Mercoledì 27 Maggio 2020
Al Rifugio del cane e del gatto si lavora per mettersi alle spalle due mesi duri
L'ENPA
UDINE La pandemia ha cambiato le abitudini di tutti, anche dei quattro zampe. Al Rifugio del cane sono stati momenti difficili, come conferma la presidente dell'Enpa Udine, Elena Riggi, con volontari in numero ristretto per le attività fondamentali, nessun visitatore, nemmeno chi per buona volontà voleva portare una coperta o del cibo per gli animali.
«Ora ricominciamo a chiamare i volontari spiega Riggi e abbiamo riaperto al pubblico dal 9 maggio, ma solo su appuntamento e una famiglia alla volta».
Fortunatamente, chi aveva intenzione di adottare un cane prima del lockdown si è presentato puntuale e nessuno «si è tirato indietro». Ma le difficoltà ci sono state, eccome. «Ce l'abbiamo fatta, nonostante una trafila burocratica pesante, ma abbiamo risentito della mancanza delle donazioni, dai giornali che usiamo in quantità e che abbiamo dovuto reperire, fino agli asciugamani e coperte. Le persone, comunque, appena è stato possibile, hanno ricominciato a portarci quello che avevano accumulato in questo periodo».
Insomma, nonostante l'emergenza sanitaria prima ed economica poi, i cittadini non si sono scordati dei quattro zampe ospiti del Rifugio. Oggi le visite vengono effettuate in totale sicurezza e pure i cani si sono dovuti abituare alle mascherine, tanto che i volontari le indossano anche quando sono soli con gli animali perché anche cani e gatti percepiscono il cambiamento.
Il punto dolente, ora, sono le adozioni che, seppure riprese, hanno subìto una battuta d'arresto facendo registrare una riduzione nell'arco dell'anno. Dall'altra parte, almeno, non si sono verificati abbandoni da Covid, ovvero credendo alla fake sul contagio dei quattro zampe. «L'unica cosa strana dice Riggi è che non riceviamo segnalazioni di gattini abbandonati, di solito frequenti in questo periodo. È il primo anno che si verifica questo fatto, forse perché le persone costrette a casa non hanno avuto la possibilità di trovarli».
LE CIFRE
Oggi al rifugio ci sono 70 cani, di cui 12 sotto sequestro non adottabili e 20 gatti, «solitamente abbiamo altri numeri, ma due mesi di stop su 12 sono tanti, per cui ben venga che la Regione abbia concesso di riaprire ai visitatori».
LAVORI IN CORSO
Nel frattempo sono ripresi anche i lavori al Rifugio, lo scorso 11 maggio, così a breve sarà possibile avere gli spazi del gattile e trasferire i mici in attesa. «I lavori bloccati sono stati un altro problema ammette la presidente aspettavamo, ad esempio, una recinzione che doveva arrivare dalla Lombardia ed è in ritardo. I lavori dovrebbero terminare entro fine anno, ma servono donazioni».
Comunque gli aiuti non sono venuti meno, come nel caso di chi ha sostenuto un delicato intervento su un cane che oggi cerca una nuova famiglia. E che un pensiero per i quattro zampe non sia mancato nemmeno in piena emergenza lo hanno dimostrato tutte le persone che si sono rese disponibili ad accogliere i casa i cani di chi, in seguito al contagio da Covid, si è dovuto ricoverare in ospedale. «Per fortuna conclude Riggi non ce n'è stata la necessità, ma è la prima volta che riceviamo questo tipo di offerta».
Anche in tempi di pandemia, insomma, nemmeno gli amici a quattozampe sono stati lasciati soli.
Lisa Zancaner
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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