Aeroporto, bando a novembre

Mercoledì 17 Ottobre 2018
Aeroporto, bando a novembre
TRASPORTI
TRIESTE È atteso a giorni il parere del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che potrebbe chiedere variazioni o aggiornamenti sullo schema della gara per la cessione del 55% delle quote societarie di Trieste Airport al fine di favorire l'ingresso di investitori privati di rilievo nazionale o internazionale in grado di ridare centralità e far crescere lo scalo. Una volta acquisito, tutta la documentazione verrà inoltrata alla Giunta regionale che redigerà la delibera finale. A quel punto si potrà procedere con la pubblicazione del bando di gara che stando alle stime del direttore generale Marco Consalvo ascoltato in audizione ieri in quarta commissione a Trieste assieme agli assessori Barbara Zilli e Graziano Pizzimenti potrebbe uscire nella prima decade di novembre. L'aggiudicazione provvisoria potrebbe avvenire già entro gennaio 2019. Il controllo strategico resterà in capo alla Regione. «Il punto di partenza - ha spiegato Pizzimenti - è stato comprendere i motivi per i quali la gara avviata dalla precedente amministrazione fosse andata deserta. Rispetto a quel primo impianto, che prevedeva una iniziale cessione del 45% delle azioni al privato e solo dopo tre anni la possibilità di raggiungere il 55%, abbiamo deciso di ribaltare la strategia di gara, con l'obiettivo di rendere più attrattiva l'offerta agli occhi degli investitori». Dal canto suo Zilli ha sottolineato che «i criteri del precedente bando sono risultati troppo stringenti sia per la loro tipologia che per il lasso temporale entro i quali dovevano essere assolti. Mettere in vendita la maggioranza delle quote e prevedere una presenza della Regione importante nelle scelte strategiche dello scalo è la sfida che abbiamo voluto assumerci per rilanciare un aeroporto che, al momento, raggiunge un volume di passeggeri inferiore al milione di unità» ossia circa 800mila. Consalvo ha fornito una serie di elementi tecnici sulla procedura che poggia sui parametri del piano industriale dello scalo e sui quali, dopo quattro anni, verrà valutato l'operato del futuro investitore e quantificate le eventuali penalità se i target non dovessero essere raggiunti. La gara è aperta a soggetti che gestiscono aeroporti di grandi dimensioni (10 milioni di passeggeri). È stata, inoltre, prevista un'opzione di riacquisto a vantaggio della Regione a valore di mercato scontato nel caso in cui il valore che l'investitore si è impegnato a creare non dovesse venire raggiunto. Garantiti i livelli occupazionali, vietate esternalizzazioni. Zilli ha ribadito che «la cessione della maggioranza delle quote per rendere più attrattiva l'operazione viene svolta con la massima tutela e il mantenimento delle garanzie per il socio Regione all'interno dell'assemblea dei soci, nel Cda, nell'approvazione dei piani di investimento. Non stiamo privatizzando l'aeroporto - ha precisato - ma con l'apertura ai privati e mantenendo un ruolo incisivo nella futura compagine societaria intendiamo operare per un suo rilancio sul mercato nazionale e internazionale. In commissione è stato ricordato inoltre come l'aeroporto abbia vissuto anni (2014-2015) di perdite pari a 1,5 milioni all'anno causa assenza di assetto societario e di gestione: «Vogliamo evitare gare deserte ha sottolineato Zilli l'aeroporto era in default perciò è importante fare l'interesse pubblico dei cittadini del Friuli Venezia Giulia con un maggior numero di voli, di viaggiatori e attrattività. Non deve restare un aeroporto di periferia». Nel 2016 la svolta con il polo intermodale da 17 milioni e un piano di investimenti per 40 milioni ma «sotto il milione di passeggeri, un aeroporto ha difficoltà a sostenersi finanziariamente». Tuttavia, il 2018 si chiuderà con 2,4 milioni di utili e settembre ha registrato un +12% di traffico passeggeri. «È stata confermata la bontà delle scelte fatte dalla precedente amministrazione sull'aeroporto che lo ha portato ad essere uno tra i pochi, se non l'unico con meno di 1 milione di passeggeri, ad avere bilancio in positivo. Anche i 5 Stelle e la Giunta hanno riconosciuto come il cambio dei manager, avvenuto nel 2015, e gli investimenti fatti abbiano radicalmente cambiato la situazione critica ereditata dall'allora giunta Tondo e dalla gestione Dressi», commenta Diego Moretti (Pd). In merito al nuovo bando , «ci sono ancora delle perplessità».
Elisabetta Batic
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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