«Abbiamo le mani legate Servono indicazioni da Roma»

Sabato 16 Febbraio 2019
«Abbiamo le mani legate Servono indicazioni da Roma»
L'ALLERTA
UDINE La Regione sta sul chi vive, di fronte alle continue notizie di avvistamenti di lupi e lupacchiotti in Friuli. Soprattutto perché, allo stato, ha le mani legate. E non è un caso, infatti, che l'assessore regionale alle risorse agroalimentari, forestali e ittiche Stefano Zannier non molti giorni fa abbia partecipato ad un vertice a Trento a fine gennaio con i colleghi di altre Regioni del Nord, sollecitando indicazioni chiare dal ministero sulla gestione dei grandi carnivori.
Come spiega lo stesso Zannier, «assieme ai rappresentanti delle Regioni Veneto, Lombardia, Liguria, Valle d'Aosta e delle Province autonome di Trento e Bolzano, abbiamo fatto una richiesta di incontro al ministero dell'agricoltura e dell'ambiente per chiedere l'attivazione del piano nazionale per il lupo. Abbiamo sollecitato un piano che contempli la gestione di questi grandi carnivori: allo stato non possiamo parlare né di contenimento né di altre misure, perché questa è materia dello Stato. Noi adesso abbiamo le mani legate». È vero che, come già rilevato dallo stesso assessore, il Friuli è in una condizione di «relativa tranquillità» e i danni sono limitati. «Ad oggi non siamo nella necessità di avere un contenimento della popolazione dei lupi, ma non c'è uno strumento di gestione e, in previsione di quello che probabilmente succederà - ipotizza Zannier - non vogliamo trovarci scoperti. Per questo, abbiamo aderito alla richiesta congiunta di tutte le Regioni e le Province autonome dell'Italia settentrionale». Un'istanza per poter avere capacità di intervento, in linea con le norme nazionali ed europee, sia per i lupi sia per gli orsi.
In totale, gli esemplari censiti in regione, sono «circa una dozzina, ma ogni giorno c'è un nuovo avvistamento e non sappiamo se sono gli stessi. Stiamo vedendo come l'animale sia arrivato nella zona in cui è stato trovato morto: si sta valutando una situazione particolare che potrebbe aver permesso il transito di quel lupo. Potrebbero esserci stati dei movimenti sul territorio».
Per ora, conferma l'assessore regionale, «i danni sul territorio, che ci sono costantemente segnalati, non hanno un rilievo ancora particolarmente elevato. Ma, quando la popolazione inizierà ad esplodere, si creerà un problema: per questo, abbiamo la necessità di avere subito delle indicazioni e delle linee operative». «La normativa - conferma Paolo Viezzi (Federcaccia) - lascia pochissimi margini alla Regione».
«Due anni e mezzo fa - ricorda l'esperto zoologo del museo friulano di Storia naturale Luca Lapini - era stato formulato un piano di modifica della legge che adottava le indicazioni Ue, che prevedono che in condizioni di grande problematicità si possa fare un prelievo sul lupo problematico pari al 5% all'anno della popolazione nazionale. Un piano eccellente, ma è stato bocciato. In questa situazione è impossibile fare un controllo: di fatto si demanda il controllo al bracconaggio che non è una cosa civile».
Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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