A Carlino la furia dei medici e sindaco sui contagiati

Sabato 31 Ottobre 2020
Primo giorno di mini-lookdown rispettato a Carlino, il paese della Bassa friulana di quasi tremila abitanti che ha visto in queste settimane l'esplosione di un Coronavirus. Da ieri infatti è divenuta operativa l'ordinanza firmata dal sindaco Loris Bazzo, che ha imposto una stretta alla popolazione, dopo che i primi contagiati «Se ne sono fregati dei sintomi del virus» ha affermato senza mezzi termini il primo cittadino nel messaggio lanciato giovedì sera su facebook. Da ieri chiusi tutti gli spazi degli edifici pubblici che ospitano attività sportive, culturali e sociali. Chiuse anche la Biblioteca comunale, il Centro civico, gli spazi utilizzati dalle Associazioni e dal Centro di aggregazione giovanile. Sono vietate tutte le manifestazioni pubbliche e private e le iniziative delle Associazioni mentre l'attività didattica, di pre-accoglienza e doposcuola prosegue, per ora, normalmente. Misure quelle decise dal sindaco e condivise con la giunta che si sono rese necessarie per la «salvaguardia della sicurezza e salute pubblica della comunità rispetto all'aumento dei contagiati». Il primo a mettere in guardia la comunità, già dal 23 ottobre scorso, era stato il medico condotto del paese, il dottor Gianni Iacuzzo, profondo conoscitore della situazione in qualità anche di volontario al punto tamponi drive-in di San Giorgio di Nogaro e coordinatore dei medici di famiglia del territorio. In un appello rivolto non solo ai suoi pazienti ma a tutti i cittadini quando i casi registrati erano 13 e una ventina le persone in isolamento - li aveva invita a stare a casa. «Purtroppo aveva affermato i contagi stanno aumentando in modo preoccupante e lo so perché invio i pazienti a fare i tamponi, leggo i referti, seguo i malati, traccio i contatti, mando i contatti a fare i tamponi e il cerchio si allarga progressivamente. Tutti i positivi che ho individuato sono sintomatici e due sono ricoverati anche se non sono casi gravi. Perché siamo arrivati a questo punto? Non tanto perché abbiamo timidamente ripreso una vita quasi normale, soprattutto per quanto riguarda le attività lavorative, ma abbiamo ripreso in modo sconsiderato l'attività ricreativa e di svago con adunate, assembramenti in luoghi aperti ma anche chiusi, distanze non rispettate, mascherine non usate o indossate in maniera fantasiosa, non ricambiate con la dovuta frequenza, igienizzazione delle mani e delle superfici sempre meno frequenti». Ora si attende un'auspicata attività di screening dell'intera popolazione, così come avvenuto per esempio a Sappada. «È necessario sottoporre al tampone l'intera comunità di Carlino« ha chiesto il sindaco Bazzo al Dipartimento di prevenzione dell'Azienda sanitaria Friuli Centrale, dopo una serie di incontri effettuati negli ultimi giorni, anche perché sono diverse decine le persone che non sono ancora state prese in carico dal Dipartimento per un problema di tipo formale e per la mancanza di risorse umane dovute all'aumento di casi in tutti il distretto della Bassa friulana.
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