«Zero malati, ma 2 anni di allerta»

Venerdì 29 Maggio 2020
L'ANALISI
TREVISO «Non facciamoci illusioni: la situazione sta nettamente migliorando, ma col virus dovremo convivere almeno un paio d'anni. Il Covid-19 è stretto parente della Sars, che rimase attiva per due di stagioni. E pensiamo che possa capitare anche in questo caso». Mentre la Marca, dopo tre mesi di lotte e paure, si scopre territorio ormai libera dal Covid, il direttore generale dell'Usl 2 Francesco Benazzi invita tutti a non abbassare la guardia. E lo fa intervenendo nel corso del consiglio comunale di Treviso: il sindaco Mario Conte ha voluto invitarlo per ringraziare lui e tutta la struttura sanitaria per quanto fatto contro il contagio. Benazzi ha sottolineato i risultati ottenuti: «Oggi il tasso di contagio nella Marca è dello 0,5 per mille - sottolinea - in Veneto è dello 0,7. Dobbiamo stare attenti ma, se dovesse esserci una recrudescenza del virus, saremo pronti. Oggi resterà ospedale Covid solo Vittorio Veneto perchè altri casi, sporadici, ci saranno. A Treviso abbiamo congelato 14 posti letto per l'eventuale emergenza. A malattie infettive abbiamo aggiunto 60 posti letto. Poi 20 posti letto saranno per terapia subintensiva, perché è fondamentale riuscire a intervenire prima di arrivare a intubare un paziente». Benazzi è anche tornato al periodo in cui Treviso si è, all'improvviso, trovata nell'occhio del ciclone: «La paziente zero non è stata la prima signora purtroppo deceduta - ha rivelato - lei è stata la paziente uno. Il paziente zero, con ogni probabilità, era la sua badante. Quella signora veniva spesso in ospedale per controlli e visite. È arrivata anche in febbraio, quando la procedura anti-covid si limitava a chiedere se uno avesse avuto contatti con la Cina. La stavamo per dimettere quando le è venuta la febbre e proprio in quel giorno è scoppiato il caso di Lodi. Il nostro primario Calabrò ebbe quindi l'intuizione di farle il tampone, che risultò positivo. A quel punto ci siamo posti la domanda se chiudere l'ospedale come a Schiavonia o isolare solo geriatria. Abbiamo accettato la sfida». Sfida, per il momento, vinta.
I NUMERI
È un traguardo che ha quasi dell'incredibile se si pensa all'incubo vissuto dal 25 febbraio, giorno del primo decesso. Da quel giorno l'ospedale del capoluogo ha ricoverato in tutto 332 pazienti. Di questi, 223 sono stati dimessi. E 109 purtroppo non ce l'hanno fatta. A parte Vittorio Veneto, anche tutti gli altri ospedali sono Covid-free. A Oderzo sono state ricoverate in tutto 41 persone (21 decessi). A Conegliano 39 (21 decessi). A Castelfranco 48 (8 decessi). A Montebelluna 65 (12 decessi). Al San Camillo di Treviso, struttura che era stata identificata come Covid Hospital, sono state accolte 56 persone (4 decessi). Due pazienti sono passati per l'ospedale riabilitativo di Motta di Livenza. E uno, che era già negativizzato, per la casa di cura Giovanni XXIII di Monastier. A livello provinciale, sono ancora ricoverate solo quattro persone positive nel Covid Hospital di Vittorio Veneto. Più altre quattro che si trovano nell'ospedale di comunità della stessa città. Nessun altro. Qui negli ultimi tre mesi sono stati ricoverati in tutto 257 pazienti. Di questi, 41 non ce l'hanno fatta. Ieri purtroppo è stato registrato un nuovo decesso proprio a Vittorio Veneto. Il totale delle persone mancate nella Marca sale così a 313.
IL BOLLETTINO
Sempre ieri è emerso solo un nuovo contagio. In tutto sono stati colpiti 2.655 trevigiani. Ma sono 346 quelli che attualmente stanno affrontando l'infezione. Il numero è in costante calo. Lo conferma anche la diminuzione degli isolamenti domiciliari. In quarantena ci sono 379 persone. Solo ieri 48 hanno potuto uscire dall'isolamento più assoluto. Di pari passo, aumentano i guariti. Oggi si è a un centimetro da quota 2mila. Sono esattamente 1.998 le persone che si sono messe alle spalle il coronavirus. Tra questi anche gli operatori della sanità, medici, infermieri e oss, che lavorano negli ospedali. Nel giro di poche settimane si è passati da 236 contagiati a otto. «La situazione sta migliorando sempre di più tira le fila Benazzi oggi contiamo otto persone positive tra il nostro personale: un medico, sei infermieri e un tecnico. Ci auguriamo rientrino il prima possibile».
Paolo Calia
Mauro Favaro
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