«Voglio uccidermi»: 13enne salvata dai compagni di classe

Martedì 17 Luglio 2018
«Voglio uccidermi»: 13enne salvata dai compagni di classe
L'ALLARME
TREVISO «Voglio uccidermi». È la frase shock con cui una 13enne che frequenta la terza media in una scuola trevigiana ha rivelato ai compagni di classe che intendeva togliersi la vita. Ed era parsa estremamente determinata. All'inizio i suoi amici hanno faticato a credere a quell'inaspettata confessione. Ma poi, per fortuna, sono andati a raccontare tutto ai loro insegnanti. Da quel momento i docenti non hanno mai perso di vista la ragazza. E a loro volta hanno immediatamente segnalato l'accaduto alla famiglia. La 13enne, stando a quanto si apprende, avrebbe pensato di farla finita a causa di alcuni contrasti personali. Nessuno può sapere se avrebbe dato realmente corso a quanto annunciato. Fatto sta che l'intervento dei compagni di classe si è rivelato fondamentale. La famiglia si è mossa subito rivolgendosi al centro di salute mentale. Non solo. Allo stesso tempo si è messa in contatto con l'associazione Gens Nova onlus, presieduta dall'avvocato Antonio Maria La Scala, a capo anche dell'associazione Penelope per le persone scomparse, per far piena luce su un aspetto inquietante. C'era infatti il timore che la 13enne potesse essere stata vittima di cyber-bullismo.
«La famiglia è entrata in contatto con noi a febbraio in occasione di un convegno che abbiamo organizzato a Casier spiega Stefania Bonduan, insegnante trevigiana, referente dell'associazione Gens Nova per il Veneto e il Friuli Venezia Giulia i genitori ci hanno chiesto di aiutarli a verificare che la loro figlia non fosse stata spinta a pensare all'atto estremo da persone esterne entrate in contatto con lei attraverso internet».
L'associazione, come rivelano dalla stessa onlus, ha immediatamente presentato una denuncia alla Polizia Postale di Treviso. Da qui sono iniziate le indagini attraverso l'analisi dei tabulati sia telefonici che mail per verificare se la volontà suicida fosse in qualche modo frutto di condizionamenti esterni. Alla fine non sono emersi fenomeni di cyber-bullismo. L'idea di togliersi la vita, a quanto pare, era partita da problematiche legate all'età adolescenziale. «La rapidità delle attività svolte hanno fugato ogni dubbio sulle condotte di cyber bullismo rivelano da Gens Nova e allo stesso tempo hanno salvato la vita di una minore che probabilmente avrebbe portato a termine il suo proposito se non fossero tempestivamente intervenute sia l'associazione che la Polizia Postale». Insomma, si è arrivati in tempo. La onlus Gens Nova è in prima linea su questo delicato fronte. Negli ultimi mesi ha organizzato nella Marca diversi incontri, sia pubblici che all'interno delle scuole. Affrontando problematiche del genere nelle scuole, però, il raggio d'azione può allargarsi in pochi istanti. Proprio come accaduto con la 13enne.
Mauro Favaro
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