Virus del sushi: infettati dal figlio

Domenica 25 Agosto 2019
Virus del sushi: infettati dal figlio
L'ALLARME
TREVISO Nemmeno chi non frequenta i ristoranti di pesce crudo è al riparo dal virus che causa una specie di influenza intestinale, più aggressiva della media. Il focolaio di Norovirus legato all'insalata di alghe esploso nella zona di Conegliano ha infatti contagiato anche due persone che non avevano toccato il piatto orientale rivelatosi traditore. Si tratta della mamma e del papà di uno dei 14 amici che nella settimana di Ferragosto avevano consumato una cena a base di sushi in un ristorante. A dieci di loro era stata subito diagnosticata una gastroenterite virale. Il ragazzo in questione, invece, era partito per le vacanze. E qui ha contagiato i genitori, che sono stati a loro volta colpiti dai sintomi classici: nausea, vomito, diarrea e leggera febbre. Gli esami eseguiti dalla Microbiologia di Treviso hanno tolto ogni dubbio: tutti e tre sono stati contagiati dal virus dell'insalata di alghe. Pure i genitori che non le avevano mangiate.
L'INFEZIONE
Il Norovirus si trasmette anche attraverso il semplice contatto con una persona infetta: non serve necessariamente ingerire cibo avariato. Il numero dei contagiati nella zona di Conegliano sale così a 13. A questo vanno sommati altri due contagi verificatisi nel medesimo periodo nella zona di Montebelluna in un gruppo di sei amici che avevano consumato sushi a domicilio. Al momento, quindi, sono in tutto 15 le persone risultate positive al Norovirus nel trevigiano. E il numero potrebbe aumentare: ci sono sette persone, negli stessi due gruppi di amici, che hanno mangiato le alghe e che poi non si sono sottoposti ad alcun esame. E' possibile che abbiano attraversato il malessere come una semplice influenza intestinale. Ma potrebbero aver contagiato anche altri. Non è una cosa che può essere sottovalutata. Il virus può portare a vomitare per 24 ore. Se viene colpita una persona già fragile, un malato o un anziano, si rischia la disidratazione e non resta che rivolgersi urgentemente all'ospedale. Non avevamo mai visto un focolaio del genere nella nostra provincia, rivela Roberto Rigoli, direttore della Microbiologia del Ca' Foncello. I due episodi sono stati collegati a un focolaio di infezione da Norovirus registrato in Spagna all'inizio di agosto, correlato proprio al consumo di insalata di alghe, finito al centro di una segnalazione internazionale da parte della autorità sanitarie. C'è un'unica via d'uscita: non consumare la partita di insalata di alghe, preparata e confezionata in Oriente, che si è rivelata contaminata. Il numero del lotto e il nome dell'importatore sono stati segnalati. «Tutti i ristoranti hanno ricevuto l'allerta relativamente al fatto che questa partita di alghe non deve essere somministrata spiega Sandro Cinquetti, direttore del servizio Igiene e sanità pubblica dell'Usl della Marca a questo punto dovrebbe essere uscita dal circuito». Ma non si può avere la certezza.
IL FOCOLAIO
La società importatrice finita nel mirino, infatti, ha distribuito tonnellate di alghe ai ristoranti di pesce curdo di tutta Europa. Insomma, potrebbero esserci altri casi. Impossibile escluderlo. L'Usl continua i controlli sui ristoranti che propongono sushi. Ad oggi non sono emersi altri problemi. Vista l'eccezionalità del focolaio, però, la stessa azienda sanitaria ha inoltrato una segnalazione alla Regione e all'Istituto superiore di sanità. I campioni prelevati dalle persone contagiate e l'estratto del codice genetico evidenziato dalla Microbiologia sono stati spediti a Roma assieme a un campione di alghe dalle quali è stato isolato il Norovirus. «Verrà eseguita la comparazione genetica tira le fila Rigoli ma siamo praticamente certi che si tratti esattamente dello stesso ceppo». I Norovirus, scoperti nel 1972, rappresentano uno tra gli agenti più diffusi di gastroenteriti acute di origine non batterica. Costituiscono un nuovo problema nel campo della sicurezza alimentare. Si tratta di virus altamente infettivi, trasmessi prevalentemente per via alimentare, ma non solo. I più importanti episodi epidemici registrati nel mondo sono stati associati al consumo di frutti di mare crudi, insalate, frutti di bosco, acqua contaminata, cibi freddi, germogli, erbe e spezie. Il periodo di incubazione del virus è compreso tra le 12 e le 48 ore. Mentre l'infezione dura fino a due giorni e mezzo. I sintomi sono quelli comuni alle gastroenteriti: nausea, vomito, diarrea, crampi addominali. A cui si aggiunge la febbre.
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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