Violentata: «Posso, sono tuo marito»

Lunedì 8 Gennaio 2018
Violentata: «Posso, sono tuo marito»
IL CASO
TREVISO «Sono tuo marito e sono legittimato a fare sesso con te sempre, anche quando non vuoi», queste le parole ripetutamente pronunciate da un 51enne di Treviso che hanno esasperato la compagna fino a convincerla a chiedere aiuto prima alle forze dell'ordine e successivamente alla magistratura.
Una violenza sessuale che ha dell'incredibile e che testimonia tristemente come, ancora nel 2018, secondo taluni uomini, il matrimonio sia sinonimo di possesso. Un retaggio culturale dell'inizio del secolo scorso che ancora purtroppo rimbalza nelle cronache.
SOTTO ACCUSA
E adesso il 51enne, un uomo ossessionato dalla virilità e dal sesso, si trova iscritto sul registro degli indagati con l'accusa di violenza sessuale (anche se non sarebbe mai arrivato a consumare un rapporto completo). Contestazione che, esaminata la denuncia della convivente supportata da strutture che assistono le donne, ha convinto la procura a ordinare ulteriori accertamenti e, soprattutto, a far interrogare il 51enne.
L'uomo, assistito dall'avvocato Paolo Salandin, sfilerà negli uffici della polizia giudiziaria della procura nei prossimi giorni ma, visti i dettagliati elementi di prova già in possesso degli inquirenti, potrebbero essere il semplice preludio alla formalizzazione delle accuse. Al momento non è stato ancora deciso alcun provvedimento nei confronti del cinquantenne violento che abita a Treviso nel quartiere di Santa Maria del Rovere.
IL PRIMO ABUSO
Circostanziati i comportamenti contrari alla legge e alla decenza che vengono contestati al 51enne. L'uomo, in almeno tre distinte occasioni stando a quanto sostenuto nella denuncia, avrebbe costretto la moglie a subire atti sessuali, nonostante la donna avesse in tutti i modi cercato di fargli capire che non li desiderava.
Da quanto ricostruito dagli inquirenti, che oltre che sulla versione della vittima possono contare su due testimoni, si sarebbe trattato di agguati a sfondo sessuale. In tutto nell'arco di poco meno di 48 ore, a cavallo tra il 23 e il 24 novembre 2017. La mattina del 23 l'indagato, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti sulla base della denuncia della vittima, il primo abuso. Il 53enne avrebbe spinto la compagna contro il muro della cucina e, nonostante la donna avesse provato a farlo desistere prima ribellandosi e poi implorandolo di star fermo .... non farlo, sarebbe andato avanti.
Le avrebbe così abbassato i pantaloni della tuta e alzato la maglietta, costringendola a subire atti sessuali. Di fronte alla lacrime della compagna l'indagato avrebbe messo le cose in chiaro, spiegando il motivo dei propri comportamenti: «In quanto marito sono autorizzato a farlo».
NUOVA AGGRESSIONE
Nel primo pomeriggio dello stesso giorno, il 53enne avrebbe approfittato del fatto che la compagna stava lavando i piatti per mettere in scena una nuova aggressione a sfondo sessuale. Le si sarebbe avvicinato alle spalle per bloccarla e toccarla nelle parti intime, nonostante la compagna avesse provato a sottrarsi e a divincolarsi. «Posso farlo quando voglio perché sono tuo marito», avrebbe chiarito, per confermare quei diritti «acquisiti per matrimonio».
Ma gli abusi non sarebbero finiti qui. Nemmeno ventiquattro ore più tardi il comportamento che ha terrorizzato e scioccato la donna. Il 53enne, improvvisamente, l'ha afferrata per le braccia e l'ha trascinata in camera da letto, nonostante il no della donna. L'avrebbe poi spinta sul materasso, dove l'avrebbe spogliata completamente, lasciandosi andare a palpeggiamenti di ogni tipo su tutto il corpo. Da qui la richiesta di aiuto della donna esasperata alle forze dell'ordine.
Roberto Ortolan
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