Vertice sicurezza per l'allarme antrace

Sabato 6 Giugno 2020
LE INDAGINI
TREVISO La busta sospetta è già nei laboratori della scientifica che nelle prossime ore potrà indicare se la polvere bianca che ha fatto scattare il protocollo antrace giovedì mattina a Ca' Sugana fosse o meno pericolosa. Il plico, indirizzato al sindaco Mario Conte, è al centro delle indagini degli agenti della Digos di Treviso, guidati dal dirigente Alessandro Tolloso, che ieri pomeriggio sono tornati in Municipio per una serie di accertamenti, necessari per cercare di ricostruire tutti i passaggi che hanno portato alla consegna della busta e risalire al mittente. L'ipotesi che a confezionare il messaggio intimidatorio sia la stessa persona che lo scorso anno fece recapitare a Ca' Sugana un altro plico zeppo di polvere bianca (parte della quale si riversò sui computer e sui tavolini degli uffici del Comune), per fortuna innocua, è più di una semplice pista investigativa. La doppia zeta con cui si è firmato il mittente, è la stessa della busta dello scorso anno. Scritto a pennarello anche il breve messaggio: Twin towers, affatto dissimile dal The end che accompagnò la minacciosa missiva dello scorso anno. Ma servirà una perizia calligrafica per stabilire con certezza se si tratti della stessa mano. In ogni caso la polizia trevigiana, intervenuta assieme ai vigili del fuoco e al 118 dopo l'allarme lanciato dalle impiegate dell'ufficio protocollo, non ha preso la minaccia alla leggera. Ma tutto fa presupporre, almeno è quanto trapela anche da Ca' Sugana, che anche in questo caso non vi fosse nulla di pericoloso all'interno del plico.
LA TELEFONATA
Ieri pomeriggio gli agenti hanno anche fatto firmare al sindaco la denuncia contro ignoti che mette nero su bianco quanto accaduto giovedì mattina. Non ci sono sospettati, gli investigatori sono a caccia di una traccia che possa portare nella giusta direzione. L'unico elemento a disposizione resta la busta, inutile contare sulle riprese video in quanto il plico con la misteriosa polverina bianca è arrivato attraverso i normali canali della Posta. Gli agenti, nel corso della chiacchierata con Conte, gli hanno comunque ricordato di segnalare qualsiasi movimento sospetto, qualsiasi segnale che non rientri nella normale routine. Anche il prefetto Maria Rosaria Laganà ha voluto sincerarsi delle condizioni del sindaco e fargli presenta la propria solidarietà. Ieri mattina lo ha chiamato, avvisandolo anche dell'intenzione di portare quanto accaduto a Ca' Sugana all'attenzione di uno dei prossimi tavoli sicurezza. Al momento a Conte non è stata assegnata alcuna scorta: non ci sono i presupposti per pensare a nulla più dell'azione di un mitomane.
LA RICOSTRUZIONE
L'episodio, intanto, è stato ricostruito nei minimi dettagli. Giovedì verso le 10,30 un'impiegata dell'ufficio Protocollo, mentre stava smistando la corrispondenza, si è trovata tra le mani questa busta. In controluce ha notato quella che sembrava della polverina bianca. A quel punto è scattato l'allarme, la zona attorno a Ca' Sugana è stata isolata e il personale messo in sicurezza. Gli specialisti dei Vigili del Fuoco, con attrezzatura anti-batteriologica, hanno prelevato e controllato il contenuto della busta. Intanto gli operatori del Suem hanno visitato tutto il personale venuto a contatto col plico, in tutto 9 persone: quattro dell'ufficio Protocollo, quattro dell'ufficio Spedizioni e un messo comunale. Il sindaco ha dovuto interrompere una video-conferenza col prefetto e altri colleghi incentrata sui bisogni delle famiglie in questo periodo di grave crisi. L'allarme è durato fino alle 14 di pomeriggio. I nove dipendenti esaminati non hanno avuto bisogno di cure ospedaliere. Adesso in Comune attendono il risultato degli esami sulla polverina per confermare la speranza che si tratti di una sostanza pericolosa.
Alberto Beltrame
Paolo Calia
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