Vendemmia tardiva «Dobbiamo fare i conti con i cambi di clima»

Sabato 31 Luglio 2021
Vendemmia tardiva «Dobbiamo fare i conti con i cambi di clima»
ODERZO
Il riscaldamento globale influisce sulla viticoltura. Con un mese di maggio che ha visto 25 giorni di pioggia su 31, grandinate che si susseguono a macchia di leopardo a ogni temporale, quindi giornate torride che condizionano la crescita naturale della pianta. È un quadro nuovo quello che emerge dal convegno organizzato da Coldiretti sulla viticoltura trevigiana tra resilienza e rilancio, affollato di viticoltori. Nel corso del quale Giovanni Pascarella, dell'azienda di consulenza vitivinicola Extenda Vitis ha delineato il programma della prossima vendemmia.
LE PREVISIONI
L'annata è tardiva. «Ci sono circa 10-12 giorni di ritardo sulla legagione perciò il Pinot Grigio si vendemmierà a inizio settembre. Per il Glera vanno contati 40-45 giorni, quindi vendemmia verso la metà di settembre; i rossi verso la fine del mese» ha spiegato il tecnico. Che il clima sia cambiato i viticoltori lo toccano con mano. «Tanta pioggia e periodi di siccità» ha puntualizzato l'esperto di Extenda Vitis. Spiegando come in territori della Marca che pure sono vicini fra loro, vi siano state zone dove con un temporale si sono registrati 64/79 mm di pioggia e, appena poco più in là, soltanto 14 mm. Uno stress climatico che costringe i viticoltori ad esser sempre pronti nel modulare trattamenti ed interventi, con l'incubo della grandine. C'è ora grande attesa per la vendemmia. Senza dimenticare l'emergenza della flavescenza dorata che, negli ultimi anni, si sta diffondendo. «Il problema della flavescenza ha ricordato Pascarella esiste da noi già negli anni Ottanta; c'era stato un calo, ora sta riemergendo. I vigneti muoiono ed i viticoltori si trovano in difficoltà. Stanno cercando di contenere il diffondersi della cicalina che porta la malattia, ma questo non si fermerà a breve perché ci vuole un intervento deciso di tutti gli agricoltori».
I MERCATI
Molta attenzione anche all'andamento dei mercati. Malgrado il duro colpo del Covid, il settore non ha subito particolari danni in termini economici. «Il consumo di prosecco è rimasto stabile ha evidenziato Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso - Con la ripresa si sta addirittura notando un aumento del consumo. Questo prodotto continua a piacere e questo straordinario spumante ha ancora delle grandi potenzialità. Ci sono incrementi di vendita, anche all'estero, e questo rafforza il volume d'affari delle nostre aziende. Tutto questo però dev'essere gestito, per evitare che il prodotto si esaurisca, con conseguente aumento del prezzo. Bisogna creare un equilibrio, creare domanda e offerta stabili, fare investimenti e crescere in modo sano per il beneficio di tutti». L'invito dunque è ad operare con calma, con politiche di pianificazione. Mentre Valerio Cescon, presidente del Consorzio Cantine La Marca, ha ribadito che, se il segmento della hotelleria-ristorazione ha sofferto causa Covid, il resto è rimasto indenne. «Arriviamo alla prossima vendemmia con un mercato interessante ha rilevato - Ora dipende solo da noi mantenere alto l'interesse per questo prodotto in tutto il mondo». «Le scelte ha puntualizzato Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco Doc vanno fatte in modo congiunto e condivise. Dobbiamo dare un futuro al prodotto, creando una denominazione sostenibile a 360 gradi, che non coinvolga solo il vigneto ma tutta la logistica, l'etica ed il sociale. Infine dobbiamo accrescere il livello culturale dei viticoltori e offrire un'adeguata formazione». Molto lavoro dunque attende il comparto, per consolidare i risultati generati dal prosecco, trasformandoli in solido futuro.
Annalisa Fregonese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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