VALDOBBIADENE
È riuscito a trasferire il suo amore per il vigneto ai figli

Mercoledì 6 Febbraio 2019
VALDOBBIADENE
È riuscito a trasferire il suo amore per il vigneto ai figli ma soprattutto ai nipoti. Ha trascorso in vigna la sua vita, sino agli ultimi mesi: mani, braccia e fatica in un terreno difficile. Se n'è andato Brosio Grotto dei Garbara, uno dei grandi vecchi del prosecco. Oggi il funerale, a Santo Stefano (ore 15) nel cuore di quella valle in cui ha saputo produrre un Cartizze di altissima qualità. 93 anni trascorsi sulle colline, con l'uva nel cuore e l'amore per questo spicchio di mondo.
LA PASSIONE
«La sua grande soddisfazione? Andare tra i filari con i nipoti- ricorda il figlio Mirco- sapeva rapirli con la tecnica e con la passione». Brosio ha potato le sue viti fino allo scorso anno. Raccontando, con il lavoro, la vendemmia eroica che contraddistingue questi pendii. Poi, poco prima di Natale, il declino. «È sempre stato fedele alla sua vigna- riprende il figlio- ha vissuto le trasformazioni del mondo delle bollicine. Ma a lui non interessava dire di produrre cartizze. Quello di cui era consapevole era produrre uve fantastiche. La bottiglia perfetta nasce sul filare». Garbara è il soprannome dato al ramo della famiglia Grotto discendente da Vittore, bisnonno di Ambrogio. In dialetto veneto è aggettivo usato per individuare un terreno aspro e asciutto. «Non ci sono segreti in ciò che faccio-ripeteva Brosio a chi gli chiedesse il perchè della bontà del suo vino-Ciò che produco è frutto del lavoro delle mie mani e dell'attaccamento a questa terra impervia». Bello infatti non vuol dire facile.
L'EMOZIONE
«Le colline di Santo Stefano offrono ai miei occhi ogni giorno uno spettacolo emozionante anche se implicano salire a piedi per le rive, dissodare il terreno a mano, sfalciare l'erba senza l'uso di macchine, caricare le ceste di uva a spalla -aggiunge Mirco- Come mi ha insegnato mio padre». È stato Mirco a decidere di produrre in proprio: oggi Garbara si è saputa ritagliare una piccola nicchia di eccellenza. La passione è contagiosa: così anche i nipoti, soprattutto Andrea, hanno imparato ad amare il ritmo lento delle stagioni, a capire il senso del lavoro manuale, la cura dei dettagli. Lascia un grande vuoto Brosio: la moglie Fernanda, i figli Augusto, Mirco e Lorena, le nuore, i nipoti Andrea, Gianluca, Isabella, Emily, Sebastian e Sophia.
Elena Filini
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