«Un polo radiologico per tutta la Marca»

Mercoledì 23 Gennaio 2019
L'INTERVISTA
TREVISO Un polo radiologico centrale con un pool di specialisti pronti a leggere le immagini delle Tac e delle risonanze magnetiche effettuate in tutti gli ospedali della Marca, collegati attraverso la telemedicina, e a scrivere in tempo reale i relativi referti. È quello che verrà aperto all'interno del Ca' Foncello. L'Usl sta definendo i dettagli del progetto. In questo modo, si spera, si andrà a rendere meno pesante la mancanza di 17 radiologi nelle strutture sanitarie pubbliche della provincia. Quello della radiologia è il settore più in difficoltà. Oltre il 30% dei 52 specialisti che mancano all'appello negli ospedali trevigiani si concentra qui. Si è tra l'incudine e il martello, visto che allo stesso tempo le Tac e le risonanze sono subissate dalle richieste di esami. La Radiologia di Treviso, diretta da Giovanni Morana, presidente della società internazionale per la diagnostica basata su immagini in campo oncologico, ne esegue oltre 160mila all'anno. La conseguenza è che le liste d'attesa si stanno ingrossando. Chi non ha problemi gravi e urgenti è costretto ad aspettare anche parecchi mesi. Il concorso per trovare nuovi radiologi è stato avviato. Le assunzioni dovrebbero scattare a marzo. Ci saranno quindi altri due mesi di passione. Poi l'Usl, come annunciato dal direttore generale, Francesco Benazzi, cercherà di recuperare il tempo perduto.
Morana, la soluzione per ridurre le attese è creare una centrale unica con una squadra di radiologi che scrivono referti a raffica?
«Questa può dare una mano agli ospedali più in difficoltà. A causa della carenza di radiologi, alcuni hanno dovuto diminuire le attività. È inevitabile se si vuole continuare a garantire anche le guardie e le reperibilità. Così le liste d'attesa si sono allungate. I problemi maggiori riguardano in particolare le risonanze total body. La lettura centralizzata di alcuni referti, quelli che non richiedono la presenza diretta di un medico, potrà essere d'aiuto».
Il concorso per l'assunzione di nuovi specialisti è partito. Si riuscirà a trovare tutti i medici che servono?
«Ci sono state 40 domande. L'esperienza, però, ci insegna che alla fine solo il 50% si presenta alle selezioni. Speriamo arrivino professionisti di qualità. La graduatoria sarà pronta per febbraio. E a marzo ci potranno essere le assunzioni».
Da più parti si solleva il problema riguardante l'appropriatezza delle prescrizioni degli esami radiologici. Una battuta dice che anche installando una risonanza nel deserto dopo un paio di ore ci sarebbe la coda.
«Io controllo personalmente le priorità che vengono indicate dai medici che prescrivono gli esami. Se noto delle incongruenze ne discuto, anche con il paziente. Generalmente trovo comprensione. Su questo, stiamo valutando la possibilità di creare una vera e propria figura intermedia che faccia da filtro analizzando le prescrizioni e avviando un percorso per evitare che i pazienti facciano esami inutili».
Che numeri registra la Radiologia del Ca' Foncello?
«Garantiamo oltre 160mila esami all'anno. In particolare 27mila Tac, 10mila ecografie e 6mila risonanze. Abbiamo due Tac e una risonanza - a breve potrebbero diventare due - che funzionano 12 ore al giorno, dalle 8 alle 20, sei giorni su sette. In due giorni alla settimana facciamo anche gli esami notturni, fino alle 23. Ma la richiesta per questa fascia è in calo».
E da quest'anno seguite anche lo screening contro i tumori al seno.
«Sì, ne garantiamo 50mila all'anno. Abbiamo sei radiologhe che si occupano di questo. Il servizio è stato centralizzato su Treviso. E sempre qui facciamo anche gli eventuali ulteriori accertamenti, a partire dalle biopsie».
Mauro Favaro
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